Leo Gassmann: “ho potuto impiegare tre anni a fare il mio primo disco senza dover necessariamente lavorare “
“L’emblema dell’educazione” è stato definito Leo Gassmann da una giornalista della Sala Stampa di Sanremo 2023 e in effetti così si è mostrato, sorridente, rispettoso, grato ai giornalisti che ieri con il loro voto lo hanno fatto arrivare quinto nella classifica provvisoria. L’intento della definizione però era un po’ capzioso, perché voleva mettere in luce la differenza tra Gassmann e Blanco, il cantante che ieri in un raptus dovuto a un problema tecnico ha sfasciato la scenografia floreale (ma il fatto che il video di quella stessa canzone, L’isola delle rose, ritragga una scena simile fa pensare a un happening previsto): “Blanco è un amico e non è una persona che di solito fa questo genere di cose. Quando l’ho visto mi sono molto dispiaciuto ma siamo ragazzi e credo che certi errori di emotività si facciano e si possano perdonare”, ha detto Gassmann.
Leo Gassmann ha tradotto la sua emozione incontenibile, e immaginiamo anche la pressione di figlio e nipote d’arte, in divertimento sul palco, mentre altri suoi colleghi coetanei hanno portato sul palco pezzi più duri e spessi, tormentati nei testi: “Io sono stato molto fortunato a crescere nella famiglia in cui sono nato, ho potuto studiare e seguire le mie passioni, ho potuto impiegare tre anni a fare il mio primo disco senza dover necessariamente lavorare o correre per guadagnarmi da vivere”.
Leo Gassmann, grato alla sua famiglia. Ecco perchè
“Sono un privilegiato e credo che i tormenti dei ragazzi della mia età che salgono sul palco dipendano anche dalle grandi disparità che ancora si vivono e che rendono il nostro futuro incerto e complicato da immaginare”, ha aggiunto Leo Gassmann, figlio di Alessandro e nipote dell’indimenticato Vittorio. Gassmann parla di disparità economiche e sociali, ma soprattutto culturali, perché “uno dei più grandi problemi è quello della mancanza di una formazione, di un’educazione che ci permetta di capire meglio il mondo che ci circonda”, ha detto. Leo Gassmann può fare ciò che fa grazie alla sua famiglia, di cui è “il primo fan”, al suo nome e al luogo e contesto in cui è cresciuto, al supporto dei genitori e all’eredità del cognome: che abbia l’onestà di riconoscerlo e di farne il punto di partenza di una solidarietà generazionale è un merito, forse superiore alla qualità della canzone portata in gara.