Un maestro della recitazione, tra umorismo e abilità drammatiche; il teatro è la sua vita, così come lo sono il piccolo e il grande schermo. Stiamo parlando di Leo Gullotta, icona del settore e ospite oggi nel salotto di Caterina Balivo a La Volta Buona. L’attore si è raccontato passando in rassegna la sua carriera, raccontando dei ‘grandi’ incrociati lungo il suo cammino professionale e accennando ad aneddoti riguardanti prettamente il suo percorso di vita e crescita umana.
Presentando le colonne sonore della sua vita, Leo Gullotta ha parlato con evidente commozione della scomparsa di sua sorella alla tenera età di 9 anni. “Mia sorella? Avevo 9 anni, non c’era nella medicina le possibilità che ci sono oggi e per un’embolia purtroppo è andata via. La vie en rose? La cantava sempre, amava Edith Piaf, per questo mi è rimasta nel cuore; è come un’indicazione verso la vita, nel bene e nel male bisogna crederci, è una lotta continua”.
Leo Gullotta, dal ruolo dei genitori al ricordo di Raffaella Carrà: “Una professionalità imbarazzante…”
Leo Gullotta, sempre nel salotto de La Volta Buona, non poteva non parlare del valore dei suoi genitori che più volte ha sottolineato come siano stati fondamentali nel viaggio di vita. “L’impostazione dei genitori ai miei tempi era più creativa, più attenta; oggi sono completamente diversi”. L’attore ha poi argomentato sulle differenze tra i genitori di oggi e la sua esperienza personale. “Ora si va dai medici e insegnanti a menarli, questo è un cattivo insegnamento”. Leo Gullotta ha poi aggiunto: “Mamma? Come in tutte le storie del sud si cammina attraverso le mamme e le nonne, soprattutto nel mio periodo”.
Riportando il focus sul mondo dello spettacolo e sugli incontri che ricorda con affetto, Leo Gullotta si è speso con parole di estremo affetto e ammirazione a proposito di Raffaella Carrà. “Si spendeva come non mai, di una professionalità imbarazzante; molti giovani dovrebbero vedere il suo repertorio se ambiscono a fare questa carriera”.