Leo Gullotta tra carriera e vita privata nella lunga intervista concessa a Cinematografo. L’attore ha esordito parlando dei suoi inizi nel mondo della recitazione: «L’Etna suggerisce molte cose. Ero ragazzino. C’era un’Italia che si ricostruiva, che ricominciava da capo. Non c’era niente per i ragazzi oltre alla scuola, curiosando ho scoperto il teatro e mi sono ritrovato per dieci anni al Teatro Stabile di Catania. L’incontro umano mi ha formato. Poi è arrivato il cinema…».



Leo Gullotta ha poi parlato del Festival di Cannes, ma non solo: «A Cannes non sono mai andato, ma l’anno di Nuovo cinema paradiso fu molto emozionante, fu il primo premio importante per questo film, poi arrivato all’Oscar. Questo festival di Cannes è un inizio per il cinema: abbiamo bisogno dei giovani in questo momento. Poi ci sarà anche il Festival di Venezia, che risplende nel panorama mondiale: Barbera ha fatto sempre un lavoro molto serio, il cinema italiano è in testa, anticipando molti film che magari sono andati all’Oscar».



LEO GULLOTTA, UNA CARRIERA ECCEZIONALE

«Il cinema è sogno, aiuta, ha sempre aiutato. Il cinema è in sala, visto in streaming non è la stessa cosa: il cinema è al cinema», ha aggiunto Leo Gullotta: «Ogni film, piccolo o grande, mi ha sempre dato qualcosa. Mi portano sempre emozioni e incontri umani meravigliosi. Da Tornatore a Tognazzi, De Sica che è uno straordinario regista oltre che un grande attore. Tutti mi hanno lasciato delle emozioni. Nuovo cinema paradiso aveva grandissimi interpreti, è stato un momento magico».

«Finalmente s’è ripreso il lavoro, sono felicissimo per il mondo dello spettacolo che ha sofferto in maniera bestiale per un anno e mezzo. Abbiamo proposto ma tutta la categoria non è stata ascoltata, 80 mila famiglie con il problema del fermo. Ora stiamo ripartendo», ha proseguito Leo Gullotta, che ha poi messo in risalto un dettaglio dello spettacolo italiano che non sembra affatto piacergli: «L’errore italiano è che nel nostro Paese si ostinano a timbrare gli attori: un attore deve conoscere i linguaggi vari dello spettacolo, cosa significano queste timbrature a tutti i costi? È una nota un po’ sciocchina che si ripete».