Chi è Leo Rojas?

Tra le presenze del Concerto di Natale 2019, quella di Leo Rojas non poteva essere più azzeccata. Il flautista ecuadoriano ha rilasciato un’intervista il 16 Dicembre 2019, due giorni dopo la registrazione del concerto in Aula Paolo VI, a Roma, che andrà in onda la vigilia di Natale in prima serata su Canale 5. La dimostrazione di avere particolarmente a cuore la causa umanitaria a favore dell’Amazzonia e dei suoi popoli indigeni non poteva essere più rappresentativa per lui che ha origini indigene. Ecuadoriano, immigrato e residente in Germania sin dalla sua adolescenza, è passato dall’essere un artista di strada al calcare le scene internazionali. Quella di Rojas è una storia di fede, di passione, di musica, di amore per la sua terra, le sue origini e la sua famiglia.



Leo Rojas, ecco come è cambiata la sua vita

Nell’intervista rilasciata ad Aleteia, Leo Rojas racconta di come è cambiata la sua vita nel 2012, grazie alla vittoria di uno show televisivo in Germania. Ai tempi della sua partecipazione al programma era ancora un artista di strada ed aveva ammesso di non aver nemmeno studiato musica. L’esibizione di quel momento fu un trionfo, al punto che il pubblico e i giudici lo accolsero con una standing ovation. Grazie a quella vittoria, adesso chiunque ascolti Bach, Beethoven, Strauss o Brahms, riconosce il flauto di pan di questo musicista d’eccezione. L’artista indigeno, rispondendo a una domanda sul razzismo risponde di non essere mai andato contro i principi che suo nonno gli ha insegnato: Se stai bene, devi fare del bene ed esprimere con rispetto ciò che senti. In questo modo chiunque ti rispetterà! Sembrano essere le parole di un uomo saggio che ha vissuto la sua vita pensando che l’integrità del proprio spirito sia l’essenza dell’esistenza umana. Rojas, sullo stesso tema, ricorda anche uno degli insegnamenti di Papa Francesco fondato sul principio che la diversità è una ricchezza.



La musica come miracolo

Sulla stessa direzione Leo Rojas dice che ad ogni suo concerto, in qualunque città del mondo, la musica si svela come un miracolo, perché appiattisce le differenze e abbraccia tutti allo stesso modo. Questo suo modo di intendere le esibizioni avvalora l’esperienza di un uomo sofferto che ha saputo fare delle sue difficoltà un messaggio d’amore. Si ritiene portavoce di un messaggio universale di pace e fratellanza, da esibire tutte le volte che sale sul palco. La sua idea di uguaglianza, risiede nel fatto che tutti esseri umani sono accomunati dallo stesso respiro e dallo stesso cuore e che sia stata la magia della vita a portare i diversi colori della pelle, i capelli lunghi o biondi, gli occhi azzurri o neri. “Ma siamo tutti fratelli, l’emozione è la stessa”. In più, in occasione dell’anteprima della registrazione del concerto, il 13 Dicembre 2019, Leo ha incontrato il Papa in un’udienza privata e sembra esserne uscito meravigliosamente colpito dalla purezza del loro conversare. Emblema di sincerità e di profondo legame con la fede e il rispetto delle diversità, lo attenderemo esibirsi giorno 24, per godere della magia del suo messaggio di speranza di un mondo migliore!

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