Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando risulta indagato assieme a 23 tra ex assessori, dirigenti e capi area comunali per falso nei bilanci del Comune siciliano: la notifica di conclusione delle indagini è stata inviata a tutti gli iscritti nel registro degli indagati, compreso appunto il primo cittadino di Palermo eletto nel 2017 al suo terzo mandato complessivo.



Secondo quanto scrive “Repubblica Palermo” – che per prima ha dato la notizia delle indagini su Orlando – la Procura ha registrato il reato ipotizzato come “falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico”. I fatti risalirebbero ad entrate e uscite dal 2016 al 2019: le irregolarità contestate dai pm riguarderebbero alcuni settori come l’ufficio del condono edilizio, quello dei tributi, le risorse patrimoniali e anche le politiche abitative. Scrive ancora la Procura di Palermo nelle ordinanze di indagini (riportare dall’Adnkronos): «I pubblici ufficiali sottoscrivevano e inviavano all’ufficio Ragioneria generale delle schede di previsione di entrate sovrastimate (tenuto conto dei dati – a loro noti – degli effettivi accertamenti delle entrate nelle annualità precedenti (…) così inducendo in errore il consiglio comunale di Palermo sulla verità dell’atto, determinandolo ad adottare la deliberazione con la quale veniva approvato il bilancio di previsione».



INDAGATO SINDACO DI PALERMO, L’OPPOSIZIONE VERSO LA SFIDUCIA

Falso nei bilanci di previsione, rendiconti di gestioni ma anche falsi debiti verso la società di trasporto Amat a Palermo: sarebbero in questo caso stati quantificati «falsamente in soli 197mila euro, per l’anno 2016, a fronte di crediti della società privi di impegni di spesa pari a 8 milioni e 890amila euro», scrivono ancora i giudici alla conclusione delle indagini. Orlando e gli altri 23 indagati per possibili falsi in bilancio a Palermo si trovano nella duplice morsa delle contestazioni giudiziarie ma, ovviamente, anche politiche. Il sindaco in giunta è sostenuto da diverse liste civiche legate al Pd e ad Alternativa Popolare: alla notizia delle indagini a suo carico, le opposizioni sono saltate sul piede di guerra chiedendo l’immediata sfiducia per il primo cittadino. «Saranno i giudici a stabilire le eventuali responsabilità penali del sindaco e degli altri indagati e fino ad allora vale come per tutti la presunzione di innocenza. Ma è evidente che vi è un problema tutto politico nel momento in cui il Comune si avvia al dissesto finanziario ed è già da tempo in totale dissesto funzionale. Lo diciamo da tempo e torniamo a ribadirlo: è ora di votare la sfiducia», attacca il capogruppo della Lega in Consiglio Comunale, Igor Gelarda e con lui anche la deputata consigliera Mariana Caronia. «E’ un terremoto politico e giudiziario senza precedenti – spiega a “Repubblica” Ugo Forello, consigliere del gruppo Oso – Per questa ragione chiediamo le immediate dimissioni del sindaco perché si possa aprire un periodo di commissariamento della città che possa permettere di intraprendere un percorso fondato sulla trasparenza e legalità. E qualora il sindaco non facesse un passo indietro, dovrà essere il Consiglio comunale a votare la sfiducia già la prossima settimana, senza nessun tentennamento e senza perdere ulteriore tempo. L’era Orlando è finita ed è ora il momento di voltare pagina per il bene comune». Ancor più duro il leader della Lega Matteo Salvini che su Facebook scrive, «Prima del voto va a manifestare con la Cgil, appena dopo il voto viene indagato. Che stranezze a sinistra. Domani sarò a Palermo per incontrare cittadini e dirigenti della Lega. Orlando? A casa».

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