Ci sarà una seconda stagione di Leonardo, la serie tv in onda dal 23 marzo su Rai1 e prodotta da Lux Vide con Sony Pictures Television in collaborazione con Rai Fiction. A rivelarlo è Luca Bernabei, amministratore delegato della Lux Vide, che è intervenuto in diretta a RTL 102.5 news per raccontare la serie tv di successo. «Ci sarà una seconda stagione, che racconta di un Leonardo segreto a Roma». Ma le novità non finiscono qui, perché da stasera, quando andrà in onda la seconda serata della serie ispirata alla vita di Leonardo da Vinci, si potrà seguire tutto anche in lingua originale su Rai HD e su Rai 4K attraverso un decoder compatibile.
A conferma del grande successo che ha avuto Leonardo al debutto: «Le prime due puntate hanno avuto un boom di ascolti e siamo super felici e non era scontato con una cosa che parlava di arte e cultura ed è la dimostrazione che si può raccontare belle storie importanti anche per il grande pubblico, se gli offri belle cose, il pubblico le guarda», spiega l’ad della Lux Vide.
DA LEONARDO A MICHELANGELO? “VORREI FARE UNA SERIE TV…”
Non sono mancate comunque polemiche negli ultimi giorni sulla scelta narrativa di inserire alcuni episodi inventati nella vita di Leonardo. A tal proposito, Luca Bernabei precisa: «Non abbiamo inventato più di tanto, abbiamo creato la storia dell’omicidio che però serve perché attraverso questa accusa mossa a Leonardo si esplora la sua mente e la sua anima, è un espediente narrativo». La storia però c’è tutta. «In ogni puntata racconteremo un suo capolavoro, e anche degli aspetti della sua vita, come l’essere stato abbandonato dal padre». Ad esempio, verranno raccontate anche opere che non sono mai venute alla luce, come l’opera del cavallo per il duca di Milano. La serie tv sbarcherà anche all’estero: è stata venduta anche in Gran Bretagna, dove sarà disponibile su Amazon Prime Video, ma molto presto sarà anche negli Stati Uniti. L’ad di Luxe Vide a Radio Zeta ha svelato un’altra novità che ha in serbo: «Vorrei fare una serie tv su Michelangelo ed il suo rapporto con il Papa durante la realizzazione del Giudizio Universale nella cappella Sistina».