Le azioni di Leonardo e Fincantieri volano in Borsa con gli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina. Ciò è dovuto al riarmo della Germania e al sostegno dell’Ue all’Ucraina. Così l’azienda attiva nel settore della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza è arrivata al 15,1% e a 8 euro ad azione. Ma ha brillato ancor di più Fincantieri, attiva anche nella cantieristica militare: infatti è balzata del 20,8% a 0,63 euro. I due colossi sono sostenuti dalle prospettive di affari che si sono aperte negli ultimi giorni a causa della guerra, ma soprattutto dopo l’annuncio di ieri dell’aumento di oltre il 2% del Più delle spese militari da parte della Germania, che quindi stanzierà quest’anno 100 miliardi per rafforzare l’esercito.



Ma pesa anche la notizia del finanziamento e dell’invio da parte dell’Unione europea di armi in Ucraina. Mentre il giorno dell’invasione dell’Ucraina le Borse erano tutte in calo, c’è stata invece una crescita per Leonardo. Gli analisti di Equita, come riportato dal Corriere della Sera, hanno ricordato che Leonardo «ha un’esposizione diretta modesta alla Germania, principalmente attraverso il 25% detenuto in Hendsoldt». Questo conflitto però ha cambiato le cose.



“OCCIDENTE INCREMENTA SPESA MILITARE”

Ad esempio, il cancelliere tedesco Scholz ha ricordato che la Germania potrebbe acquistare i caccia statunitensi F-35 costruiti da Lockheed Martin per sostituire il suo vecchio Tornado. «Alla luce dell’attuale contesto» gli analisti di Equita si aspettano che «la posizione presa dalla Germania possa essere seguita da altri annunci di aumento delle spese militari da parte di Paesi occidentali». Dello stesso avviso è Mediobanca Securities, che ha commentato: «A nostro avviso, è probabile che altri paesi europei seguano l’esempio. In particolare, riteniamo che questa possa rappresentare una notizia positiva per Leonardo, a seguito dell’acquisizione del 25% del capitale di Hensoldt».



Per quanto riguarda Fincantieri, gli esperti notano che «il business militare rappresenta circa il 25% dei volumi complessivi» e «garantisce margini migliori rispetto al settore croceristico e un miglior profilo dei pagamenti». La tendenza è stata osservata anche all’estero. I titoli delle società europee che operano nel segmento Difesa, infatti, volano sull’aspettativa che l’Occidente aumenti sensibilmente i budget di spesa. Secondo altri analisti, l’allineamento dei paesi europei al target Nato di investimento in Difesa pari ad almeno il 2% del più causerebbe una crescita della spesa militare di 70-80 miliardi.