Se finora la madre ed il suo compagno si erano avvalsi della facoltà di rispondere in merito alla morte choc del piccolo Leonardo, il bimbo di appena 20 mesi, oggi Gaia Russo, la 22enne di Novara, ha deciso di rompere il silenzio in occasione dell’udienza di convalida dell’arresto. La donna, come spiega il quotidiano La Stampa, ha negato di aver mai alzato le mani sul piccolo Leonardo ed ha accusato il compagno. Certamente però non ha potuto negare la sua presenza nella casa degli orrori dove il piccolo sarebbe stato massacrato di botte fino alla morte. Poco alla volta, dunque, qualcosa inizia ad emergere in merito al drammatico destino del bimbo. Ma se la giovane madre ha deciso di parlare davanti al gip Raffaella Zappatini, non ha fatto lo stesso il compagno Nicolas Musi, 23 anni. Attualmente lui si trova in isolamento nel carcere di Novara mentre lei in una struttura protetta in quanto incinta al quinto mese. Secondo il procuratore capo di Novara, quello di Leonardo è “Un corpo martoriato con lesioni multiple. È un omicidio avvenuto in un quadro di maltrattamenti pregressi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



VICINI “SEMBRAVA UN PUGILE SUONATO”

Il caso del piccolo Leonardo, il bimbo di appena 20 mesi morto a Novara dopo essere stato massacrato dalle botte, è stato affrontato nel corso della trasmissione Storie Italiane nella puntata odierna. La parola è stata data ai vicini di casa della coppia arrestata – la madre del bambino e il suo compagno -, e che hanno manifestato grande sconcerto per quanto accaduto. “Lei è uscita sul ballatoio e ha gridato, ‘aiuto Leonardo non respira più’. A primo impatto mi è sembrato morto, volevo che respirasse”, ha spiegato all’inviato della trasmissione di Raiuno un vicino della donna. “La prima cosa notata è che aveva dei segni, degli ecchimosi, era nero, aveva un occhio nero. Sembrava un pugno in pieno viso”, ha aggiunto. “Lei disse che era caduto tre giorni prima dal lettino che si era rotto e che quella mattina era caduto dal letto”. Una vicina ha spiegato che il compagno ha minacciato gli operatori sanitari di dare fuoco se il bimbo fosse morto. Domani, intanto, ci saranno i funerali di Leonardo mentre questa sera si svolgerà una fiaccolata da parte della comunità sotto choc. Come spiegato dal magistrato, dopo aver avuto in mano il referto ha detto di essere rimasto sconvolto: il bimbo aveva segni assurdi addosso, il vicino lo ha definito “un pugile suonato”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA NONNA “GESÙ PERCHÉ HAI VOLUTO IL MIO ANGELO?”

Non si da pace Tiziana Saliva, la nonna del piccolo Leonardo, il bimbo di 20 mesi ucciso la scorsa settimana in quel di Novara dalla mamma Gaia Russo e dal suo compagno, Nicholas Musi. «Perché hai voluto il mio angelo? Tu ne hai tanti, restituiscimelo», il messaggio della donna pubblicato sulla propria pagina Facebook, un invito al Signore anche attraverso la canzone postata successivamente “Resuscitami”. Sono numerosi i post che la signora dedica al nipote massacrato di botte da mamma e patrigno: «Sei e sarai per sempre un angelo puro e delicato – scrive ancora – nessuno merita il tuo perdono, siamo tutti indegni e dannati». Secondo quanto spiegato da Valeria Dulbecco, dirigente della Squadra Mobile di Novara, la famiglia della mamma di Leo era a conoscenza del fatto che il bimbo fosse trascurato, ma era all’oscuro di quello che era accaduto da quando Nicholas Musi era entrato nella vita della figlia, un ragazzo con problemi di droga, scrive l’edizione online di TgCom24.it, e numerosi precedenti alle spalle: «La sensazione che abbiamo avuto – le parole del pm Ciro Caramore, titolare dell’inchiesta – è che la mamma fosse molto condizionata dal compagno». Eppure la mamma non ha versato nemmeno una lacrima quando è stata arrestata, mentre il patrigno ha dato in escandescenza, gridando “ho la coscienza pulita”, frase che il pm definisce “agghiacciante”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LEONARDO, BIMBO MASSACRATO A NOVARA: PARLA IL PADRE

Si chiamava Leonardo il bimbo di 20 mesi di Novara che i genitori hanno ammazzato di botte giovedì scorso. Quando è giunto all’ospedale locale era già senza vita, deceduto a seguito dei colpi ricevuti dalla mamma, Gaia Russo di anni 22, e dal compagno di lei, Nicholas Musi, di anni 23. Rispetto alle tristemente note vicende simili che vi abbiamo raccontato negli ultimi tempi, come quella di Cardito del piccolo Giuseppe, o quella di Caslino in provincia di Frosinone, quella di Novara è probabilmente ancora più dura da digerire, visto che ad inveire nei confronti di un bimbo da poco venuto al mondo, erano in due, sia la mamma quanto il compagno. Come ha riferito ieri la procuratrice capo di Novara, Leo è morto nel giro di trenta minuti dopo che gli è scoppiato il fegato a seguito di una forte compressione ricevuta, forse uno calpestamento o comunque una compressione importante. Ma il bimbo di 20 mesi non ha subito solo un durissimo colpo alla pancia, visto che il suo corpo è stato ritrovato pieno di lividi, sul capo, sul torace, sulla schiena, e anche sui genitali.

LEONARDO, BIMBO DI 20 MESI MASSACRATO A NOVARA

«Io sono stato allontanato dalla vita di Leo perché non ero una persona raccomandabile. Ma ero davvero io il cattivo? Come si fa a immaginare che una cosa del genere accada a tuo figlio?». Così ha parlato ai microfoni del quotidiano Repubblica Mouez Ajouli, il padre di Leonardo Russo, che a causa dei suoi piccoli precedenti aveva deciso di non assegnare il proprio cognome al bimbo, così come consigliato anche dalla mamma. «Non mi reggo più in piedi dal dolore – ha proseguito disperato – ho provato ad andare a casa, in ospedale, a casa della mamma di lei, chiamo e non mi risponde nessuno… Mi stanno tutti tenendo fuori da questa storia e io soffro tantissimo». Mouez Ajouli racconta di come la sua ex fosse cambiata nell’ultimo periodo, visto che il suo compagno era molto geloso: «L’ultima volta che ci siamo visti è stato due settimane fa, ma c’era anche quell’altro e non mi sono potuto fermare. Leo è venuto solo a darmi un bacio poi è tornato da sua madre. Ed è l’ultima volta che l’ho visto».