Leonardo Caffo, filosofo e scrittore, è a processo per maltrattamenti e lesioni ai danni della ex fidanzatae il dibattimento che si celebra a Milano sarebbe entrato nel vivo con il racconto della donna in aula. Nella sua testimonianza, riporta Il Corriere della Sera, la cronaca delle presunte violenze e delle minacce che avrebbe subito durante la loro relazione, iniziata nel 2019 e poi sfociata nella denuncia.
La deposizione della donna sarebbe durata quasi 4 ore e sarebbe stata dettagliata. In un episodio, secondo l’accusa Leonardo Caffo le avrebbe messo le mani al collo: “Dopo che ha cercato di strangolarmi io gli ho detto ‘pensavo volessi uccidermi’ e mi ha risposto ‘io in quelle situazioni vorrei ucciderti’“. Dopo le presunte violenze, sempre secondo il racconto della ex compagna, il filosofo avrebbe “finto svenimenti“. Stando alla versione della presunta vittima, in diverse occasioni l’ex fidanzato l’avrebbe invitata a suicidarsi: “Mi diceva continuamente che mi dovevo ammazzare perché sono una fallita, che facevo un favore a tutti“.
Leonardo Caffo, in aula le accuse dell’ex: “Mi ha preso la testa e me l’ha sbattuta contro il finestrino”
Maltrattamenti, minacce e insulti, secondo la testimonianza dell’ex fidanzata di Leonardo Caffo riportata dal Corriere della Sera, sarebbero stati frequenti. Fatti che l’accusa definisce “raccapriccianti” si sarebbero consumati prima della fine della loro relazione. La donna avrebbe raccontato così un particolare episodio: “Mi ha preso la testa e me l’ha sbattuta contro il finestrino, rompendolo, e contro lo specchietto“.
Secondo la testimonianza a carico di Leonardo Caffo, dopo i presunti maltrattamenti il filosofo avrebbe chiesto scusa salvo poi accusare la ex: “È passato al dirmi ‘te lo sei meritata’ e alla fine che la colpa era mia“. Nella delicata vicenda ci sarebbero anche le testimonianze di alcuni amici della ex coppia, persone alle quali Leonardo Caffo avrebbe detto di voler fare “impazzire” la donna e “buttarla giù dal balcone” nella convinzione che “penserebbero si sia suicidata”. Leonardo Caffo ha sempre respinto ogni addebito e in una lettera pubblicata da Milano Today, poco tempo fa, ha detto la sua sul caso giudiziario che lo vede coinvolto come imputato: “Ho scelto il vaglio dibattimentale per sentirmi dichiarare innocente: sono stato sempre presente in aula e, tramite i miei legali, sto contestando tutte le accuse. (…) Far emergere la sola tesi accusatoria (spesso percepita dall’opinione pubblica come una verità accertata) ha creato un clima di gogna mediatica che lede i miei diritti e quelli di mia figlia, protetti dalla Carta di Treviso (…). Questa vicenda mi ha devastato come uomo, questa tempesta mediatica mi sta uccidendo come professionista. In due giorni ho perso quasi tutti i miei lavori. Mi resta la dignità, che mi porta a scrivere questa lettera che vorrei veder pubblicata. Perdere il lavoro, la credibilità umana e professionale davanti a molti, veder bruciato in un attimo il lungo percorso di ricerca di questi anni mi fa pensare che non abbia senso andare avanti. Mi conforta solo questo pensiero: la verità si nasconde benissimo, il rumore tende a coprirne e deturparne le forme, ma il tempo le sa dare il suo spazio“.