I genitori di Leonardo Calcina, il 15enne vittima di bullismo che si è suicidato, dovrebbero incontrare in settimana il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il quale ha accolto subito la richiesta urgente di Viktoryia Ramanenka e Francesco Calcina. Nel frattempo, sono già arrivate sul suo tavolo le prime relazioni degli ispettori che ha mandato alla scuola tecnica alberghiera di Senigallia dopo il suicidio del ragazzo di Montignano. Ne seguiranno altre, visto che non sono state sentite tutte le persone che potrebbero aiutare a chiarire il quadro. Ad esempio, bisogna fare chiarezza sull’incontro che il 15enne avrebbe avuto con l’insegnante di sostegno, che lui non aveva.



Voleva lasciare la scuola, ma non risulta che i genitori abbiano contattato l’istituto. La mamma assicura che lei e il padre avevano un appuntamento con il preside per discutere del bullismo subito dal figlio da parte di tre minorenni, ma non c’è più stato perché il figlio si è ucciso la sera prima. In attesa che vengano ascoltati i tre minorenni e che vengano effettuate le analisi sul cellulare del 15enne suicida, la mamma confida il sospetto che Leonardo possa aver ricevuto una telefonata che lo avrebbe turbato al punto tale da decidere di togliersi la vita.



I TANTI SE DELLA MAMMA DI LEONARDO CALCINA

Leonardo Calcina, stando al racconto della mamma Viktoryia Ramanenka al Resto del Carlino, negli ultimi giorni “era più silenzioso del solito” e aveva confidato ai suoi genitori di non voler più andare a scuola. La donna ritiene che stia cadendo il muro del silenzio e che si possa arrivare alla verità sul suicidio del figlio. “Me lo hanno tolto” è ciò che direbbe ai ragazzi che lo vessavano. Non si sente pronta al perdono: “Ma prego per loro che capiscano quello che hanno fatto e che non si comportino mai più così con nessuno“. Invece, al preside della scuola direbbe che l’istituto avrebbe dovuto proteggerlo.



Ciò a cui non riesce a trovare una risposta è cosa farebbe se avesse la possibilità di tornare indietro. Ad esempio, avrebbe potuto sporgere denuncia, cosa che non aveva fatto per assecondare il figlio, che sperava di risolvere tutto parlando con i compagni di scuola. “Se il professore di sostegno ci avesse avvertiti, se i docenti fossero intervenuti forse le cose sarebbero andate in maniera differente, ma io questo non lo posso sapere“, ha dichiarato la mamma di Leonardo Calcina.

“LA SCUOLA NON L’HA ASCOLTATO”

In un’altra intervista, al Corriere della Sera, la mamma di Leonardo Calcina ha raccontato che il preside della scuola si è avvicinato a lei per le condoglianze, ma lei gli ha detto di allentarsi. “Inutile chiedere scusa adesso, adesso è troppo tardi. Leonardo chiedeva aiuto, ma loro non l’hanno ascoltato“. Il figlio 15enne era stato preso di mira, quindi gli consigliava di difendersi. Erano disposti a portarlo dai carabinieri per denunciare quei tre ragazzi che lo tormentavano, ma lui prendeva tempo. “Adesso io pretendo giustizia: che quei bulli vadano dritti in riformatorio. E chi ha sbagliato tra i prof se la veda coi giudici”.

Tornando agli ultimi giorni del figlio, ha spiegato che il ragazzo era col padre, da cui si è separata ma restando in ottimi rapporti. Quindi, aspettava che il figlio la chiamasse, ma quella telefonata domenica non arrivava. A chiamarla è stato l’ex marito, che le ha spiegato che il ragazzo aveva preso la sua pistola dalla cassaforte e disattivato la telecamera sull’armadio. “Ma perché non mi ha telefonato quella sera? Forse sarei riuscita a fermarlo“, è la domanda che ora tormenta la mamma di Leonardo Calcina.