Ergastolo per Leonardo Cazzaniga: questa la condanna che ha richiesto la procura di Busto Arsizio (Varese) per l’ex viceprimario del Pronto soccorso dell’ospedale di Saronno. L’uomo è accusato di 12 morti in corsia attraverso la somministrazione di farmaci anestetici ad alto dosaggio e 3 nella famiglia della sua ex amante, l’infermiera Laura Taroni, già condannata in Appello a 30 anni per due dei tre omicidi. Il procuratore capo Gianluigi Fontana e la pm Maria Cristina Ria dopo una requisitoria di oltre 15 ore in tre udienze davanti alla Corte d’assise hanno chiesto l’ergastolo per Cazzaniga per 11 dei 12 omicidi in corsia, tre anni di isolamento diurno e l’interdizione dai pubblici uffici. Stando a quanto emerso dall’inchiesta partita dopo la denuncia di due infermieri del Pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, Leonardo Cazzaniga avrebbe provocato volontariamente la morte dei pazienti. E per farlo ha usato un mix di farmaci anestetici «iniettati in rapida successione e in quantità superiori al consentito». Questo modus operandi era stato definito dallo stesso Leonardo Cazzaniga, che aveva dato al protocollo il suo nome. Inoltre, si era definito un “angelo della morte”.



LEONARDO CAZZANIGA, CHIESTE CONDANNE PER MEDICI CHE NON LO DENUNCIARONO

Leonardo Cazzaniga avrebbe anche indotto il marito di Laura Taroni, sua ex amante, a credersi malato, poi lo ha trattato a sua insaputa con medicinali fino a ucciderlo. E così avrebbe agito con la madre e il suocero della donna. Invece per uno dei casi di «morte sospetta in corsia» contestati, la morte di Antonino Isgrò, i magistrati hanno chiesto l’assoluzione dell’ex viceprimario «perché il fatto non sussiste». Ma la procura di Busto Arsizio (Varese) ha chiesto anche 4 anni di reclusione per i quattro medici accusati di omessa denuncia e favoreggiamento. Ero chiamati a valutare l’operato dell’ex viceprimario dopo una segnalazione interna di alcuni infermieri, ma non avrebbero denunciato il medico per evitare lo scandalo. Per Roberto Cosentina, Luisa Pennuto, Nicola Scoppetta, Paolo Valentini l’accusa ha chiesto anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e una multa da 250 a 500 euro. Invece Giuseppe Di Lucca, altro medico dell’ospedale, per la procura va condannato per il reato di omessa denuncia ad una multa di 1500 euro.

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