E’ stato condannato all’ergastolo in primo grado il “dottor morte”, così come è stato ribattezzato da tempo da tutta la stampa, il vice primario dell’ospedale di Saronno, Leonardo Cazzaniga. Soddisfatti, anche se è una soddisfazione amara, i parenti delle vittime, a cominciare da Gabriella Guerra. Si tratta della sorella di Massimo e figlia di Luciano, due dei pazienti morti che hanno spinto il giudice a condannare all’ergastolo il medico di cui sopra: “Siamo arrivati fin qui – dice la donna, parole riportate da IlGiorno.it – oa giustizia è qualcosa di molto terreno, che non cancella la situazione, lo sconvolgimento delle nostre vite, il dolore e soprattutto il dolore per i nostri nipoti, i due figli di Laura. La cosa che mi reca più dolore è non avere visto né in Cazzaniga né in Laura Taroni un accenno di pentimento”. Enzo Perazzolo, cugino di Massimo Guerra, invece aggiunge: “Se i medici avessero fatto il loro dovere, mio cugino sarebbe ancora qui. E Luciano non sarebbe morto quel giorno ma quando fosse stata davvero la sua ora”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LEONARDO CAZZANIGA CONDANNATO ALL’ERGASTOLO

Leonardo Cazzaniga è stato condannato all’ergastolo: poco fa i giudici della Corte d’Assise di Busto Arsizio hanno letto il dispositivo della sentenza. Lo ha fatto in particolare la presidente Renata Peragallo. L’ex vice primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno è stato riconosciuto colpevole per 11 dei 12 omicidi di pazienti di cui era accusato e per quelli di tre familiari della sua amante di un tempo, Laura Taroni, infermiera nello stesso reparto. Tutte le morti sono state provocate da farmaci somministrati in sovradosaggio e in sequenza secondo il cosiddetto “protocollo Cazzaniga”. Invece è stato assolto, perché il fatto non sussiste, per la morte del paziente Antonino Isgrò per il quale la perizia “super partes” disposta dalla Corte non aveva evidenziato un chiaro nesso casuale tra la somministrazione dei farmaci e il decesso. Il medico, inoltre, è stato dichiarato colpevole anche di lesioni nei confronti di Massimo Guerra, marito di Laura Taroni. (agg. di Silvana Palazzo)



LEONARDO CAZZANIGA, OGGI SENTENZA PER MORTI IN CORSIA

È il giorno della verità per Leonardo Cazzaniga, accusato di aver provocato la morte di 12 pazienti e tre parenti dell’infermiera Laura Taroni. Quest’ultima, sua complice, è stata invece condannata a 30 anni in un procedimento separato. Invece oggi è attesa la sentenza per l’ex viceprimario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno. Lui si è dichiarato innocente: prima che i giudici della Corte d’Assise di Busto Arsizio si ritirassero in camera di consiglio, ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Come riportato da VareseNews, ha dichiarato di aver ricevuto forza finora grazie all’amicizia maturata in carcere con Stefano Binda, scagionato in appello dopo l’accusa di omicidio nel caso Lidia Macchi. «Pur nella acuta consapevolezza d’essere imputato di 14 omicidi volontari, quindi un “demonio“, un “killer spietato”, ribadisco di non aver mai agito come Lady Macbeth suggerì al consorte. Non ho ucciso nessuno». Arrestato nel 2016, per Leonardo Cazzaniga il procuratore Gianluigi Fontana e il sostituto Maria Cristina Ria hanno chiesto la condanna all’ergastolo.



LEONARDO CAZZANIGA: “SONO INNOCENTE”

I difensori di Leonardo Cazzaniga, gli avvocati Andrea Pezzangora ed Ennio Buffoli, sostengono invece che vada assolto per la vicenda dei tre parenti di Laura Taroni, sua amante, «poiché non è provata la somministrazione di farmaci. Idem per gli altri decessi, dove al massimo è possibile parlare di colpa». La coppia fu arrestata il 29 novembre 2016 al termine di due anni di indagini dei carabinieri. Il processo d’appello per l’infermiera si è concluso a luglio con la conferma della condanna a 30 anni di carcere per gli omicidi del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici. L’accusa sostiene che questi due delitti, commessi tra il giugno 2013 e gennaio 2014, sarebbero avvenuti con la complicità di Leonardo Cazzaniga, imputato anche per la morte del suocero dell’infermiera, Luciano Guerra, accusa da cui invece la Taroni è stata assolta. Le morti sarebbero avvenute somministrando un mix letale di farmaci, poi diventati ingredienti del cosiddetto “protocollo Cazzaniga”, usato anche con i pazienti dell’ospedale.