“Sarebbe stato molto abile se non si fosse dimostrato così volubile, perché s’imponeva sempre d’imparare una moltitudine di cose la maggior parte delle quali poi abbandonava dopo poco tempo”. Giorgio Vasari, biografo, descrive così il rapporto di Leonardo da Vinci con la sua arte, che fu sempre caratterizzato – secondo le ricostruzioni – da una grande incostanza dovuta alla sua continua ricerca di nuovi stimoli. I testimoni contemporanei riferiscono che l’attività di Leonardo era abbastanza dispersiva, un po’ come quella di tutti gli artisti dell’epoca rinascimentale. In effetti, Leonardo era un artista in piena regola, vale a dire estroso, geniale, ma di una genialità dinamica e che veniva fuori nelle forme e nei tempi più inaspettati, senza che alla base vi fosse una grande programmazione. (agg. di Rossella Pastore)
Il ‘vero’ Leonardo da Vinci
Non c’è bisogno di presentare Leonardo Da Vinci al grande pubblico, nemmeno a quello televisivo che in questi giorni si sta districando tra le trame della fiction omonima in onda su Rai1. In molti sanno bene chi è il genio “Da Vinci”, lo stesso che ha cavalcato tutte le sfumature dell’arte e delle scienze puntando sempre al massimo e rinunciando quando il risultato non era ottimo o quasi “celestiale”. Non tutti però sanno che, lasciatasi alle spalle la vita in quel di Firenze, Leonardo aspirava a diventare un grande artista al cospetto di Ludovico il Moro che, però, decise di assegnarli un progetto importante, quella che noi oggi conosciamo come Festa del Paradiso. Ma cos’è? L’evento potrebbe essere al centro dei due nuovi episodi della serie questa sera ed è sicuramente un evento storico narrato dalla letteratura del tempo.
Che cos’è La Festa del Paradiso e cosa costruì Leonardo per onorare gli Sforza?
Fu in occasione delle nozze di Gian Galeazzo Maria Sforza e della principessa Isabella d’Aragona, che proprio lo zio del giovane Duca, Ludovico il Moro, reggente del ducato, volle mostrare la grandezza della sua famiglia affidando l’organizzazione tecnica e scenica della festa a Leonardo da Vinci, un evento che doveva essere fastoso e strabiliante per mostrare a tutti il fasto e la potenza degli Sforza. Il luogo scelto fu l’attuale Castello Sforzesco e la festa si tenne nella Sala Verde addobbata con una serie di arazzi alle pareti, con tribune, sedie e cuscini. Leonardo da Vinci si occupò della messa in scena tecnica di quella che possiamo definire una grande rappresentazione teatrale in cui Giove iniziava a parlare con Apollo di Isabella d’Aragona per tesserne le lodi. La cosa davvero interessante, firmata proprio dal genio toscano, fu la “macchina del Paradiso” ovvero un macchinario che permise di rappresentare il moto dei pianeti e delle costellazioni attraverso i dodici segni zodiacali in vetro dipinto.