La storia raccontata dagli sceneggiatori di Leonardo si discosta spesso dalle vicende biografiche reali di Leonardo da Vinci. In particolare, la trama si dipana a partire dal suo incontro con Caterina da Cremona (Matilda De Angelis), sua musa ispiratrice almeno fino alla loro separazione avvenuta per ragioni contingenti: Caterina, in realtà, è un personaggio fittizio. Più fondato il senso di inadeguatezza che accompagna Leonardo in tutta la fiction e che ha caratterizzato anche la sua vita reale, stato d’animo che lo porterà a distruggere molte delle sue opere e a mettere in atto comportamenti ‘distruttivi’ nei confronti della sua stessa persona (almeno nella finzione). Questi gesti la dicono lunga sul suo perfezionismo e sulla sua smania quasi spasmodica di dare sempre il meglio di sé, tratto caratteriale comune a molti artisti di successo. Ma la storia di Leonardo non è l’unica a trovare spazio in questa produzione: parallelamente, vanno avanti tanti altri racconti secondari destinati prima o poi a intrecciarsi con quello principale, anche se non sempre nelle modalità più sane e costruttive. (agg. di Rossella Pastore)
Leonardo da Vinci e Caterina da Cremona
Leonardo Da Vinci è il protagonista della serie tv Leonardo in onda da oggi in prima serata su Rai1. In realtà, la fiction non è altro che un libero adattamento delle vicende personali del genio da Vinci, che ci sono state tramandate soltanto parzialmente e in maniera imperfetta. Per esempio, non sappiamo bene chi sia la donna ritratta nei bozzetti di Leonardo, che nella serie è stata identificata come Caterina da Cremona, un personaggio di fantasia e un espediente narrativo da cui partire per approfondire la sua personalità. È proprio al confronto con Caterina, che Leonardo scopre quello che è e che cosa può fare. Nella fiction, oltre a lei, sono presenti anche diversi personaggi realmente esistiti, come Ludovico il Moro (che gli commissionò l’Ultima Cena), gli Sforza e lo stesso Andrea del Verrocchio (interpretato da Giancarlo Giannini), suo maestro e punto di riferimento. (agg. di Rossella Pastore)
Leonardo da Vinci, la storia vera del genio italiano
Il genio più grande e famoso di tutti i tempi. Possiamo definire così in poche parole Leonardo Da Vinci, un sofferente figlio illegittimo abbandonato dalla madre, che ha saputo fare delle vessazioni e della solitudine virtù trovando nell’osservazione della natura la sua unica via di fuga ma anche la strada verso la salvezza. Figlio illegittimo del notaio Ser Piero Leonardo nasce a Vinci nel 1452, nel 1469 è portato dal padre a Firenze e qualche anno dopo è già all’opera nella bottega di Andrea del Verrocchio e nel 1478 lavora già da solo, si dedicò allo studio della matematica e della scienza naturale, e nel 1481, i Monaci di San Donato a Scopeto lo incaricarono di di dipingere un affresco per l’altare della Cappella, fu allora che diede vita all’ Adorazione del Magi. L’anno dopo abbandonò Firenze nel 1482 ed entrò al servizio del Duca di Milano che lo incoraggiò a sviluppare i suoi talenti prendendo così parte, come architetto, ad un concorso con lo scopo di disegnare la cupola del Cattedrale Milano ma senza riuscire a portarlo a termine, e come scenografo e costumista disegnò costumi e macchinari teatrali dediti alla produzione di drammi proprio alla Corte.
Dalla Vergine delle Rocce al Cenacolo
A quel punto Leonardo da Vinci era già ben noto ai grandi noti del tempo e arrivò per lui uno dei primi progetti completati ovvero affresco per l’altare per la Confraternita della Concezione Immacolata, “La Vergine delle Rocce“, subito dopo, tra il 1495 e il 1497, dipinse “il Cenacolo” in Santa Maria delle Grazie. Quando i francesi invasero Milano, nel 1499, Leonardo tornò a Firenze e nel 1502 entrò al servizio di Cesare Borgia come ingegnere militare. Fu in questo periodo che diede forma ad una delle sue opere più note, La Gioconda che vendette al Re Francesco I di Francia. Leonardo da Vinci partì di nuovo per Milano, poi tornò a Firenze e infine partì per Roma dedicandosi agli studi anatomici, matematici e meccanici. Nel 1517 ritornò in Francia dove fu proclamato pittore, architetto ed ingegnere della corte e fu proprio lì che due anni dopo morì a Cloux. Il genio del Rinascimento italiano allungò i suoi tentacoli ovunque senza perdere mai di vista quella natura che lo aveva così affascinato durante la sua solitudine in gioventù. Proprio il mistero di cui si è sempre circondato lo hanno reso una figura “pop” non solo nella sua modernità ma soprattutto in età romantica quando fu plasmata di lui un’immagine mitica.