Il maestro Leonardo De Amicis, diretto dell’orchestra del Festival di Sanremo 2024, è stato ospite stamane di Uno Mattina per tornare a parlare della kermesse all’Ariston. Le prime parole sono state per Geolier, il vice campione di Sanremo 2024: “Un ragazzo semplice, tranquillo, poche sovrastrutture, spontaneo, poi ha un mondo suo, tanti amici attorno, è una cosa molto bella. Estremamente sensibile? Lo è, e lo racconta anche nei testi, nelle sue canzoni, e comunque ha un passato che conosciamo, ha attraverso cose difficili. Esprime bene e io lo trovo molto forte”.
E ancora: “E’ straordinario come questi ragazzi giovani, tatuati, che sembrano particolari, poi alla fine portino i fiori alla mamma. Secondo me Geolier è stato attaccato ingiustamente e poi è stato fischiato in modo brutto, e questa umiliazione va evitata, non era il caso. Serve il rispetto, poi può piacere o meno”.
LEONARDO DE AMICIS: “GEOLIER? UN RAGAZZO DI 20 ANNI…”
Leonardo De Amicis ha proseguito: “I fischi alle classifiche? Si diventa quasi un rituale, quasi un gioco, ma su Geolier non era un gioco era un disapprovare in modo evidente. Non dimentichiamoci che è comunque un ragazzo di 20 anni e che stiamo parlando di canzoni”. Secondo La Mario, ospite a Uno Mattina: “Lui è arrivato con l’aereo privato, come un rapper americano, quindi ha creato un po’ di antipatie ma fa parte del personaggio”.
Di nuovo Leonardo De Amicis, che ha spiegato quanto sia complicato il Festival: “Sanremo è una macchina complessisima, la direzione musicale è di Amadeus e io lo affianco, noi siamo i primi ad approcciare le canzoni. Quando il cantante viene preso manda uno spartito che passa ai miei sostituti, viene fatto prima tutto un lavoro di aggiustamento per riportare le cose nella giusta grammatica della musica dopo di che passa all’orchestra. Tutto questo lavoro è appannaggio della direzione musicale, anche la scelta dell’orchestra e dei musicisti. La compagine classica di Sanremo è l’orchestra sinfonica poi tutto il resto è scelto dal direttore d’orchestra”.
LEONARDO DE AMICIS E L’INCONTRO CON PAPA WOJTYLA
Sul suo incontro con Papa Wojtyla: “Si voleva fare un testamento multimediale del Santo Padre, un nuovo linguaggio, io ho partecipato a dei provini e alla fine ho registrato 11 dei 13 di questo album, fu un progetto enorme che mi ha portato a dirigere anche dei Giubilei e tanti altri appuntamenti. E’ una parte della mia carriera a cui tengo molto ed è un privilegio per me”.
Infine sulle collaborazioni con i grandi della musica: “Dei giganti, ho appreso da loro tranquillità e rispetto per il proprio lavoro e per il prossimo, essere fortunato di fare quello che ami, è una fortuna, nel contempo sai di essere in un posto di privilegio quindi ho imparato il massimo rispetto e la serenità, questo ho imparato”.