LA DIFESA DI LEONARDO APACHE LA RUSSA “CHIUDE” LA POLEMICA SULLA SIM
Dopo una settimana di polemiche e di scontro anche politico sulla sim dello smartphone di Leonardo Apache La Russa l’intervento degli avvocati difensori del ragazzo accusato di stupro contro un’ex compagna di liceo oggi 22enne prova a “chiudere” la querelle. Subito durante i primi interrogatori dei pm di Milano La Russa jr avrebbe consegnato telefono e sim spontaneamente e sarebbe invece stata la stessa Procura a restituirla in quanto emerso che era intestata allo studio legale del padre Ignazio, Presidente del Senato e dunque coperto da immunità parlamentare.
«Posso tranquillamente confermare che Leonardo la Russa, richiesto di esibire e consegnare il cellulare, benché detenuto in quel momento dalla mamma, si è attivato per poterlo consegnare immediatamente alla mia presenza. Ha consegnato contemporaneamente sia il cellulare che la sim in esso contenuta»: così ha spiegato al “Corriere della Sera” il legale della famiglia La Russa, Adriano Bazzoni. È una scelta dei pm, aggiunge ancora l’avvocato, «in questo come in ogni altro caso, decidere cosa acquisire». Non resta che capire se ora la Procura di Milano deciderà di procedere all’analisi della sim nel cellulare di La Russa jr, in quel caso dovrà richiedere l’autorizzazione a procedere agli organi competenti del Parlamento (ovvero la Giunta per le autorizzazioni del Senato)
CASO LA RUSSA, LA “CACCIA” AL SECONDO UOMO DEL PRESUNTO STUPRO: SPUNTANO I NOMI DI TRE DJ
Sono invece attese per le giornate del 19-20 luglio le analisi tecniche per effettuare una copia forense del telefono cellulare di Leonardo Apache La Russa: «Di sicuro la collaborazione del ragazzo e della famiglia è stata totale ed esplicitamente apprezzata», ha sostenuto la difesa del ragazzo accusato di violenza sessuale. Le precisazioni sulla sim arrivano dopo che il padre della ragazza accusatrice aveva paventato che la famiglia La Russa volesse in qualche modo “nascondere qualcosa”.
Allo stesso tempo l’uomo si era però augurato che si smettesse di fare “politica” sul caso specifico e che non si accusasse «la seconda carica dello Stato, dando priorità alla sola ricostruzione della verità dei fatti». Nel frattempo proseguono le indagini dei pm con l’audizione dei vari testimoni e soprattutto la ricerca del presunto “secondo uomo” presente nella serata del presunto stupro. Secondo quanto ha riferito il figlio del presidente del Senato alla ragazza che lo accusa di stupro, ha avuto rapporti con lei un certo “Dj Nico”: come scrive però oggi “La Verità”, la persona indicata da Leonardo sarebbe uno dei tre dj che lavorava nella discoteca “Apophis” la notte del 18 maggio, ovvero Tommy Gilardoni, Luca Valenti e Roy Ventura (vero nome Andrea Picierno). Come scrive il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, tutti e tre sono in attesa della convocazione da parte degli inquirenti