È notizia di questa settimana la decisione di Leonardo di rinviare lo sbarco in borsa della controllata statunitense DRS. Una novità per alcuni inaspettata, che ha da subito scatenato le reazioni più disparate. Tra queste non sono mancate le voci di alcuni detrattori, interessati a saltare a conclusioni forse un po’ affrettate sulla vicenda. La decisione di ritirare l’offerta è stata accolta in maniera non positiva, per usare un eufemismo, dall’ormai noto fondo attivista BlueBell guidato da Giuseppe Bivona. Da Londra è arrivata, infatti, l’ennesima stoccata nei confronti di Leonardo e del suo AD Alessandro Profumo.



Con una lettera indirizzata ai vertici, Bivona ha chiesto le dimissioni del numero uno dell’ex Finmeccanica: una richiesta che non ha suscitato stupore, considerando che il titolare di BlueBell si è reso protagonista da qualche anno di una vera e propria crociata contro Profumo.

Nella missiva proveniente da Oltremanica si contestava, in particolare, l’esistenza di condizioni avverse per l’Ipo che hanno portato al rinvio dell’operazione di quotazione. Una tesi, quella di Bivona, smentita dai fatti: come rivelato da Ansa, fonti vicine all’operazione hanno sottolineato che dal 15 marzo 2021, giorno del lancio della quotazione di DRS, i mercati statunitensi hanno sofferto un generale aumento dell’incertezza e volatilità, accompagnati da una performance negativa dei principali indici. Nella settimana del Roadshow, il sentiment di mercato si è deteriorato a causa dei timori sull’inflazione e sul rialzo dei tassi. Sembra evidente, dunque, che l’attuale finestra di mercato fosse caratterizzata da condizioni non favorevoli, che impedivano una valutazione di DRS adeguata e in linea con le società comparabili nel panorama della difesa americana.



Un elemento confortato dal fatto che nell’operazione Leonardo era supportata e consigliata dalle migliori banche d’affari sul mercato: Goldman Sachs & Co. LLC., BofA Securities, Inc. e J.P. Morgan Securities LLC in qualità di lead book-running manager, Barclays, Citigroup, Credit Suisse e Morgan Stanley in qualità di book-running manager dell’offerta e Credit Agricole, IMI-Intesa Sanpaolo, MUFG e UniCredit Capital Markets in qualità di co book-running manager dell’offerta, con Mediobanca nel ruolo di financial advisor per il Gruppo.

Nella lunga lettera indirizzata al vertice dell’ex Finmeccanica, il fondo attivista puntava poi l’attenzione sulla possibilità che il rinvio della quotazione fosse in qualche modo legato al mancato completamento del processo di verifica della Securities and Exchange Commission, la Consob americana. Approvazione che, secondo Bivona, sarebbe stata negata alla luce di presunte richieste di informazioni aggiuntive in merito al caso Mps, che vede coinvolto Alessandro Profumo in quanto ex Presidente dell’Istituto senese. Un’ipotesi che lascia il tempo che trova, considerando che il prospetto pubblicato da Leonardo il 22 marzo è stato ritenuto adeguato e ha ricevuto il benestare della stessa SEC.



E se la tendenza a trarre conclusioni affrettate è insita nella natura stessa degli accusatori, lo è altrettanto l’abitudine da parte di alcuni soggetti interessati a invocare le dimissioni come rimedio utile per ogni stagione. Analizzando la situazione risulta chiaro che, in queste condizioni di mercato, per Leonardo non fosse possibile valorizzare appieno DRS: una dinamica che ha portato al rinvio dell’Ipo a momenti più favorevoli. L’esperienza di Alessandro Profumo nelle operazioni finanziarie lo ha portato a non cedere a facili soluzioni a sconto, ma a tutelare in primo luogo il valore della sua controllata.

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