Leopoldo Mastelloni, noto attore, regista e cantante italiano, è stato ospitato nella piazza della trasmissione di Rai 2 I Fatti Vostri, dove ha ripercorso la sua vita e la sua illustre carriera. Come spesso accade, racconta, “sul palco ci sono arrivato come tutte le cose casuali, ho sostituito un attore ed è andata bene. C’era questo critico importantissimo del Corriere della Sera”, ricorda della sua primissima apparizione sul palco, “e scrisse ‘tenete d’occhio quel Leopoldo Mastelloni perché farà strada’. Io l’ho preso alla lettera e mi sono messo a studiare tantissimo e da applicarmi, anche per non deludere la fiducia che mi aveva dato”.

La vita e la carriera di Leopoldo Mastelloni

Ripercorrendo la sua vita, poi, Leopoldo Mastelloni ha affrontato anche il tema della sua infanzia ed adolescenza. Figlio di nobili, per tutta la giovinezza ha portato il peso della sua carica nobiliare, “da giovane mi dava veramente tanto fastidio, e oggi ancora di più”. Ma sostiene anche, serenamente, di aver “superato tutto con una grande ironia, ma anche con tanta difficoltà“. Della sua infanzia ricorda che “ho vissuto come tutte le altre persone, mentre in famiglia non era permesso fare delle cose, cioè giocare come giocavano tutti i bambini”.

“Ero il primogenito”, ricorda Leopoldo Mastelloni, “il marchesino…”. Andano un pochino avanti, invece, ricorda con dolore che “sono stato vittima di bullismo. A parte il fatto di essere marchese, quando non ti comporti in linea con gli altri, ed io ho sempre avuto una personalità alla giornata, sei ritenuto strano. Più i professori che i ragazzi” lo bullizzavano, perché “volevano una certa linea, volevano a tutti i costi addomesticarmi e io non volevo. Sono cresciuto con i libri perché era l’unico divertimento che c’era, non c’era televisione, non c’era la radio, e i libri erano un rifugio e una conoscenza, ma anche questa è stata una ragione di bullismo”. Sulla sua prima esperienza televisiva, invece, Leopoldo Mastelloni ricorda che “Antonello Falqui mi aveva chiamato per fare ‘Mille Luci’ ma non potevo e mi richiamò per la serie ‘Bambole non c’è una lira’. C’erano tanti attori importanti ed ero molto intimidito. Tutti mi dicevano di non farlo perché era il ruolo di un gay, dicevano che mi avrebbero ghettizzato e che avrei fatto solo quelle parti”, ma così, fortunatamente, non fu.