Diversi libri di storia della musica datano l’inizio della musica colta russa al 27 novembre 1836, quando al Teatro Bol’oj Kamennyj di San Pietroburgo debuttò Žizn’ za Carja (Una vita per lo Zar) di Glinka. Nonostante la rilevanza di quella data per la musica nazionale russa, c’è chi tende a dimenticare l’esperienza significativa della musica imperiale durante il XVIII secolo, quando la Corte Imperiale, e l’accogliente teatro ospitato all’interno del Palazzo, sono stati il luogo di esperimenti straordinari da parte di compositori e interpreti nazionali e internazionali. Lo Zar Pietro il Grande si considerava un musicista e cantava spesso nel coro del teatro. La Zarina Caterina la Grande ha invitato musicisti provenienti da tutta Europa a risiedere a San Pietroburgo sia per comporre i propri lavori sia per aiutare a scoprire talenti nazionali.
Nel 1726, lo stesso Johan Sebastian Bach fu invitato ad avere un lavoro permanente e importante, nonché molto ben retribuito, alla Corte Imperiale. Rifiutò. Invece, inviò il suo allievo, Jacob von St’hil-Storcksburg, un vero talent scout che ha scoperto le qualità musicali di due compositori nati in quella che oggi è l’Ucraina, Maksym Sozontovich Berezovsky (1745-1777) e Dmytro Stepanovich Bortnianski (1751- 1825), così come di Evistgnei Ipatievitch Fomine (1761-1800), nato invece proprio a San Pietroburgo. Essi e la loro musica erano quasi sconosciuti fino a quando circa vent’anni fa, studiosi come Maryna Rystareva e Nicolai Findeizen portarono i loro spartiti e la loro vita all’attenzione dei musicologi. La maggior parte della musica è perduta, ma negli archivi, è stato possibile scoprire estratti principalmente di opere una volta spesso eseguite nel Teatro di Corte.
Un recentissimo CD è un passo importante per far conoscere loro e la loro musica ad un cerchio più ampio di quello dei musicologi. Esso comprende arie e ouverture delle loro opere, nonché musica di Domenico Dall’Oglio e Christoph Willibald Gluck; nel XVIII secolo, le opere di Dall’Oglio e Gluck furono spesso eseguite a San Pietroburgo. Il CD è prodotto da Atmaclassique, una piccola casa discografica canadese. È intitolato Les Nuits Blanches per ricordare “Notti bianche” di San Pietroburgo. Ha come protagonista un soprano canadese di fama internazionale, Karina Gauvin, accompagnata dall’Orchestra Barocca del Pacifico diretta da Alexander Weimann. Paradossalmente, si arriva ad ascoltare la musica più occidentale del XVIII secolo russo per mezzo di un ensemble di Vancouver. La registrazione è stata effettuata a Mirabel (Quebec). Il CD include un opuscolo molto utile ed esaustivo sui compositori e sulla musica settecentesca a San Pietroburgo.
Una caratteristica generale interessante dei tre compositori è che in modi differenti esprimono una transizione tra il crepuscolo del barocco e l’inizio del classicismo. Berezovsky ha studiato con Baldassare Galuppi a Venezia e Bortnianski con Padre Martini a Padova. Galuppi e Padre Martini hanno lasciato una forte impronta del loro stile in questi due compositori. Il passaggio dal barocco al classicismo è chiaramente sentito nell’aria di Berezovsky dall’opera Demofoonte composta nel 1773 quando il classicismo era lo stilema principale nella maggior parte dell’Europa occidentale.
Nell’aria di Bortnianski Ne me parlez point c’è anche una forte influenza di Gluck e Karina Gauvin ha una postura altamente drammatica. Non ci sono arie di Fomine nel CD, ma un’ouverture molto classica composta quando era molto giovane ed un seguace di quella che è conosciuta come “la rivoluzione Gluck”. Qui l’ascoltatore può godere della delicatezza dell’Orchestra Barocca del Pacifico guidata dal suo direttore Alexander Weimann. È interessante notare che mentre Berezovsky e Bortnianski lavoravano su libretti non diversi da quelli utilizzati in Italia e Francia (con un forte contenuto mitologico), Fomine trasse i suoi soggetti da argomenti russi e fiabe. Eppure, lo stile musicale è lo stesso. Un CD che rende una scoperta musicologica degna di essere goduta non solo da specialisti.