Let Go è un film svedese che racconta i drammi di una famiglia moderna in cui domina l’interesse particolare di ognuno, che quindi divide, crea muri e distanze. Quella che la regista e attrice principale, Josephine Bornebusch, presenta è una situazione di fratture così esasperate che sembra evidente siano impossibili da sanare, per questo ciò che spiega quello che il film racconta è l’ultima scena, quando si apre un cielo azzurro in cui si percepisce una presenza, in cui si percepisce l’eterno. In quanto è evidente che in una situazione così intricata e complicata solo l’intervento del Mistero possa aprire a nuove e positive prospettive, ricomporre una situazione famigliare che sembra destinata a una conclusione negativa.
Let Go racconta il dramma di Stella (Josephine Bornebusch, protagonista, ma anche sceneggiatrice e regista del film), una madre disperata, di fatto ormai senza marito in quanto Gustav (Pål Sverre Hagen) assiste ai suoi scontri con i figli senza mai intervenire ed è in famiglia un’assenza pur essendo psicologo e impegnato a risolvere dramma famigliari. Stella deve lottare con la figlia Anna (Sigrid Johnson), un’adolescente ribelle, e si trova incalzata dalle mille richieste del figlio Manne (Olle Tikkakoski). Ne appare una situazione drammatica, ogni membro della famiglia mette al centro sé e scatena tutta la sua rabbia contro l’altro che viene visto come un ostacolo per la realizzazione dei propri desideri.
Il fatto che scatena la trama del film è l’invito alla figlia Anna a prendere parte a una gara di pole dance, uno sport di cui lei è appassionata, ma che viene visto male dalla madre. Vi è uno scontro durissimo tra madre e figlia, il padre assiste senza intervenire, lui ormai ha deciso di andarsene, ha un’altra donna. Manne continua a piangere per attirare l’attenzione su di sé, la madre va da una parte all’altra con un’ansietà terribile, accusata di non capire l’altro. Tutto sembra precipitare, ma Stella non demorde, vuole salvare la sua famiglia, così propone o impone un viaggio per portare la figlia alla gara di pole dance. Questo viaggio è la sfida non solo del film, ma di ogni situazione famigliare in crisi.
È detto in modo esplicito che in una situazione di crisi e di difficoltà non si deve fare come di solito si fa oggi, cioè andarsene, ma bisogna fare un lavoro sui rapporti, bisogna entrare nel cuore di essi e far emergere ciò che li manda in crisi e il punto di speranza che può ricostruire. Il viaggio che la famiglia fa è un lavoro sui loro rapporti in cui ognuno capisce quello che è veramente e trova un punto da cui ricostruire. E mentre prima ognuno era attaccato ossessivamente a sé, pian piano lascia andare tutto il suo possesso dell’altro, e così lasciando andare vede chi è l’altro e vede anche se stesso.
È drammatico questo lavoro, la stessa vicenda di Stella, che si svelerà alla fine, mostra che quando si fa un passo indietro davanti all’altro si trova la pace e la bellezza di rapporti veri. E che questo può accadere sempre, anche nelle situazioni che sembrano irrecuperabili!
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