Donatella Di Pietrantonio, finalista del Premio Strega 2024 con L’età fragile

Già vincitrice del Premio Strega giovani 2024, assegnato da un pubblico under 18, Donatella Di Pietrantonio è presente anche nella sestina che si contende la vittoria al Premio Strega 2024 nella premiazione di giovedì 4 luglio 2024. La scrittrice è ormai una garanzia del panorama letterario italiano e, in particolar modo, dell’appuntamento estivo del premio Strega. Con Bella Mia del 2014 è stata selezionata per la prima volta nella lista dei partecipanti al premio, mentre nel 2021 con Borgo Sud è stata finalista.



Quest’anno ci riprova con il romanzo L’età fragile, sponsorizzato da Vittorio Lingiardi ed edito da Einaudi, che trae ispirazione da un fatto di cronaca avvenuto in Abruzzo negli anni novanta: l’omicidio, sulla Maiella, di due campeggiatrici. La protagonista è Lucia che, con la sua famiglia, ha vissuto le fasi della ricerca nella faggeta del Dente di Lupo, perché la sua amica Doralice è una delle 3 ragazze scomparse e vittime di violenza, nonché l’unica a sopravvivere. E questo sembra divenire quasi una colpa: nonostante la delicatezza dei propri sentimenti, Lucia fatica a continuare il rapporto di fiducia con la ragazza sopravvissuta, avvertendo contemporaneamente il disagio e il senso di colpa per sentimenti che non pensava di poter ritrovare in se stessa.



L’età fragile in gara al Premio Strega 2024: la trama del romanzo

Come racconta la storia de L’età fragile, romanzo di Donatella Di Pietrantonio in finale al Premio Strega 2024, crescendo Lucia diventa madre di Amelia, con la quale le incomprensioni caratteriali portano a un rapporto conflittuale. La storia prende il via con il rientro di Amelia da Milano in Abruzzo a causa dello scoppio della pandemia, ma la ragazza è cambiata, si isola e si chiude in casa. Lucia capisce che deve aver vissuto un evento drammatico e comprende anche che è il momento di mettere le cose a posto. Il romanzo coniuga la sfera dei sentimenti delle giovani generazioni con la durezza e i fermi principi di quelle precedenti, in una storia che ci guida verso l’accettazione e il superamento delle esperienze più dure, in cui le difficoltà sono viste come un modo per metterci alla prova e farci maturare e in cui gli affetti riescono sempre a trovare le parole e i gesti giusti.



Donatella Di Pietrantonio conferma la propria maestria nella descrizione dei sentimenti, nel rappresentare con delicatezza le situazioni scabrose e nell’analizzare gli aspetti più profondi di una società, come quella delle aspre montagne dell’Appennino, pronta a chiudersi e a giudicare ma, alla fine, anche a rivelare tutta la sua generosità. Questo romanzo si inserisce nel cammino letterario dell’autrice, che già nelle opere precedenti esplora pregi e difetti di comunità racchiuse in borghi isolati, in cui la cultura patriarcale si scontra con le esigenze delle generazioni più giovani.