Letizia Cini racconta la sua esperienza di molestie e, in concomitanza con la presentazione della campagna #ilgiornodopo, lanciata da Luce! per sensibilizzare sul tema e agire concretamente contro questa vera e propria piaga, è stata ospite del programma “Storie Italiane”: e nel salotto Rai di Eleonora Daniele, la diretta interessata ha riaperto il libro dei ricordi non solo per portare la sua testimonianza ma per dare a tante altre donne la forza di parlare e di non cadere nel tranello dei sensi di colpa quando si tratta di denunciare un uomo che usa violenza o abusa di loro.



E in una puntata in cui si è parlato anche del caso di Greta Beccaglia, la giornalista palpeggiata fuori dallo stadio da un uomo al termine del match Empoli-Fiorentina, Letizia Cini (vice-caporedattore de “La Nazione”) si è agganciata alla vicenda della collega di cui stanno parlando tutti i media negli ultimi giorni per raccontarsi nel talk show in onda su Rai 1: “Perché ho deciso di denunciare dopo 40 anni? All’epoca ero una ragazzina, forse quello che mi aveva spinta a non dire nulla era la vergogna” dice a proposito delle molestie subite quando era solo quindicenne. “Io mi sono sentita quasi in colpa per questo episodio: è venuto fuori quando è nato il canale Luce! e grazie alla direttrice de ‘La Nazione’” ricorda la Cini, secondo cui la forza dopo 40 anni di tempo si trova dopo aver visto il coraggio di altre donne come Eva Dal Canto, seguendone l’onda.



LETIZIA CINI, SOLIDARIETA’ DA GRETA BECCAGLIA: “SPESSO NON SI DENUNCIA PERCHE’…”

“Mi sono ricordata quella mattina quando ero a casa a studiare, avevo un vestitino leggero e suonò alla porta di casa l’uomo che ci faceva le consegne” ricorda la Cini, spiegando che si trattava di una persona di famiglia e di cui tutti si fidavano. “Lui aveva cominciato con degli apprezzamenti (…) Ricordo il suo tremito alla bocca e i suoi occhi… Non so che fine abbia fatto, non l’ho voluto più vedere ma so che aveva un figlio della mia età” prosegue Letizia, puntando su tutti i luoghi comuni che tendono a colpevolizzare le donne in questi casi, come ad esempio il suo abbigliamento di quel giorno. “Avevo un livido perché mi aveva dato questo morso sul braccio”.



“L’unica cosa che sono stata capace di fare, siccome eravamo al quarto piano, mi sono messa ciondoloni e ho detto ‘Se non va via mi butto di sotto…’” dice la Cini parlandone come di un lupo e meravigliandosi del fatto che quest’uomo era un padre di famiglia. “Ma la cosa che mi ha fatto più male sono state le reazioni dopo, soprattutto da parte di chi non ti aspetti” aggiunge riferendosi anche al modo con cui ha raccontato questa dolorosa esperienza ai suoi genitori. In studio, Greta Beccaglia esprime la sua piena solidarietà a Letizia, soffermandosi sul tema della colpevolizzazione: “Anche io sono stata criticata perché avevo dei jeans e un giubbotto…” spiega, dicendo che la vera cosa grava non è solo la colpevolizzazione ma pure l’indifferenza di chi non alza un dito.