“BERLUSCONI AL COLLE? SAREMMO IN UN VICOLO CIECO”
Continua imperterrito il rifiuto del Partito Democratico di considerare Silvio Berlusconi un candidato effettivo al Quirinale: pur senza una vera e propria “candidatura ufficiale” di tutto il Centrodestra, da Enrico Letta e Bettini, da Conte a Renzi, non ritengono verosimile il tentativo del Cav. di condurre in porto l’operazione Colle.
Lo ha ripetuto ancora ieri sera al Tg3 il segretario del Pd, ripreso poi oggi in un retroscena de “La Stampa”: «In questo Parlamento nessuno ha la maggioranza, dobbiamo trovare un’intesa su un presidente istituzionale, super partes e sulla prosecuzione della legislatura per affrontare Covid, Pnrr e il drammatico caro energetico che impatta sulle bollette. Sbaglia il centrodestra perché è evidente che la candidatura di Berlusconi è un vicolo cieco: cerchiamo questo nome, cerchiamolo insieme». Letta non esclude il dialogo con il Centrodestra, anzi lo richiama in più momenti in questi giorni a ridosso del voto in Parlamento, ma chiarisce il suo veto alla figura di un leader di partito come candidato: «Non è il momento di parlare di nomi dobbiamo prima trovare l’accordo tra tutte le forze politiche perché ci sia questo patto di legislatura, poi faremo i nomi».
LA “MINACCIA” DI LETTA AL GOVERNO
Sebbene Enrico Letta abbia più volte fatto intendere che l’opzione Mattarella bis sarebbe la sua preferita, il nome di Mario Draghi accostato al Quirinale come principale alternativa resta comunque non privo di perplessità: «Non è il momento di fare i nomi, il nome dovremo deciderlo con i nostri alleati e il centrodestra. Oggi diciamo che Draghi gioca un ruolo fondamentale per il Paese e va tutelato». I diversi retroscena di questi giorni danno il segretario Dem sempre più intenzionato a chiarire una sorta di “aut-aut”: o si trova una soluzione super partes (Mattarella, Gianni Letta, Amato o altri ancora) oppure anche l’opzione Draghi rischierebbe di far deflagrare la maggioranza da qui al 2023. Caduta che invece avverrebbe sicuramente qualora realmente Berlusconi diventasse nuovo Presidente della Repubblica. Nel frattempo se nel Centrodestra si discute su quali potrebbero essere i “vari piani alternativi”, anche nel mare del Centrosinistra la acque non sono affatto tranquille: l’intervista di oggi del “demiurgo Dem” Goffredo Bettini sul Quirinale ha fatto adirare Giuseppe Conte, fanno sapere fonti M5s all’Adnkronos. Durissimo anche il capodelegazione 5Stelle al Governo, il Ministro Stefano Patuanelli: «e l’unità di intenti in visita del Quirinale chiesta dal partito democratico è rappresenta da interviste e colloqui alla stampa in cui si esprimono giudizi su movimento e sul suo leader politico, direi che la direzione di marcia della coalizione non è quella giusta». Mancano 7 giorni al primo voto sul Colle, ma saranno 7 giorni dall’altissimo grado “incendiario” sul fronte politico…