È preoccupato Enrico Letta e con lui l’intero Pd per quanto avvenuto ieri nel Movimento 5 Stelle: la scommessa sull’alleanza futura in grado di battere il Centrodestra, Pd con M5s e LeU, rischia di naufragare definitivamente dopo la rottura piena tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. E così il segretario Dem a “La Stampa”, durante la sua visita a Bologna per la campagna elettorale pro-Lepore, confessa i suoi timori politici: «la spaccatura nel M5s è un travaglio complesso a cui il Pd guada con grande rispetto e anche con un po’ di preoccupazione».



Per Letta ora sarebbe il momento di unire e non dividere, eppure quanto avvenuto con Conte rappresenta il segnale peggiore in vista «dell’elezione al Quirinale»: spiega da Bologna il leader del Pd, «bisogna essere uniti, avere idee chiare ed essere determinati». Problema per Draghi e il Governo, al momento, Letta non ne vede «perché con la situazione in cui siamo tra vaccini, varianti e Pnrr nessuno farà sì che queste difficoltà finiscano per ripercuotersi su questo governo».



LETTA: “COSÌ AVVANTAGGIAMO LA DESTRA”

Quello che è certo, ribadisce ancora Letta, è che la rottura in seno ai 5Stelle non era affatto attesa al Nazareno e si tratta di un evento «molto pesante»: nel colloqui a “La Stampa” l’ex Premier sottolinea come le vere questioni che preoccupano ora sono due, «il timore di dare un vantaggio alla destra, e il rischio che tutto questo influisca sulla partita del Quirinale, che è una partita importante e delicatissima». Ammette di non aver sentito ancora Giuseppe Conte e sulla possibilità che possa formare ora un nuovo partito “anti-Draghi” il giudizio è di fatto la totale incertezza sul futuro, «In questo momento credo sia impossibile fare qualunque tipo di previsione. Ci avviamo al tempo finale della legislatura, quello in cui si sceglierà il presidente della Repubblica, e lì bisogna essere determinati e con le idee chiare». Nell’intervista non mancano le punzecchiature all’altro alleato di Governo, ovvero la Lega: «Salvini vuole affossare la legge Zan, ci vediamo in Parlamento […] I valori europei ed Orban, insieme, non è possibile metterli».

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