ENRICO LETTA CONTESTATO E INSULTATO IN PIAZZA DAI PACIFICISTI DI SINISTRA

Enrico Letta, segretario del Pd, insultato e contestato dalla sinistra pacifica in una piazza in teoria riunitasi per la pace e contro la guerra in Ucraina: domenica di fuoco per il leader Dem che sceglie la piazza di Roma della Cgil insieme al Movimento 5Stelle di Conte (snobbando quella di Milano dettata da Calenda e Renzi) ma si ritrova contestato da più parti, insultato come poche altre volte capitato negli scorsi anni. Da “fascista” a “guerrafondaio”, da “distruttore del Pd” a insulti ed epiteti di vario genere: insomma, un sabato tutt’altro che sereno per chi come Enrico Letta continua a dirsi per la pace e contro la guerra iniziata da Putin.



Rete pace e disarmo”: la manifestazione organizzata dalla sigla pacifista ha visto aderire la Cgil di Landini, il M5s di Conte e per l’appunto il Pd di Enrico Letta. Il risultato dell’accoglienza riservata ai leader nazionali è stata però decisamente diversa: all’ex Premier 5Stelle che ha ribadito la sua totale contrarietà all’invio di nuove armi in Ucraina, ha replicato il n.1 dem che invece difende la scelta fatta e si dice convinto di volerla rifare qualora il Governo Meloni lo proporrà (già anticipato dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto). “Guerrafondaio, filo americano, vai a casa” sono stati i primi insulti rivolti a Letta in piazza di Porta di San Giovanni, ma non gli unici. “Coglione”, “testa di cazzo”, “fascista del cazzo”, “sei filo-Nato” ma ancora “vattene a casa, hai distrutto il Pd” è il resto dell’accoglienza “riservata” al leader dem.



LETTA “SBAGLIA” PIAZZA DELLA PACE: SINISTRA CON CONTE, CALENDA GLIELO RINFACCIA

«Noi siamo a nostro agio con una piazza che chiede pace, e la pace per noi vuol dire la fine dell’invasione della Russia. Questo è il punto centrale, la fine dell’invasione della Russia», ha spiegato Enrico Letta arrivando nella piazza pacifista, accolto da fischi e insulti come abbiamo appena visto. Al culmine della contestazione è arrivato anche l’abbraccio del segretario nazionale Cgil Maurizio Landini, dopo il quale Letta ha preferito rimanere in disparte dietro ad uno striscione. Sull’invio delle armi aveva poi detto poco prima il segretario Pd, «Quando arriverà il decreto del governo in Parlamento sull’invio delle armi a Kiev vaglieremo la proposta e se ne parlerà. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello che si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte».



Stamane dopo le contestazioni, in un’intervista ad “Avvenire”, è lo stesso Letta a commentare «È stato giusto esserci anche a costo di subire piccole contestazioni. Sono molto contento di essere andato personalmente, contento che c’era tanto Pd, contento di come è andata […] Sono contento di aver discusso con chi aveva tesi diverse dalle mie e di aver trovato tante bandiere dell’Ucraina. È normale e legittimo contestare, d’altronde stiamo parlando di un tema complesso». Secondo il Terzo Polo la scelta di Letta di andare in piazza con la sinistra pacifista anti-Nato e pro-M5s è stato uno sbaglio completo, con Carlo Calenda che stamane lo “rinfaccia” al leader dem (postando il video delle contestazioni a Letta diffuse da “Fanpage”): «Noi lo avremmo applaudito senza se e senza ma. Enrico Letta ha tenuto in modo impeccabile la linea di politica internazionale con grande coraggio e senza sbandamenti. Solidarietà e vicinanza».