IL TWEET DEL ‘LETTA FURIOSO’

Mentre alla Camera si affossa per il terzo giorno consecutivo il voto sul Quirinale, a “scompaginare” la settimana finora fatta di “rose”, “conclavi”, “scambi Chigi-Colle” ci ha pensato Enrico Letta: il segretario del Pd in un tweet nel pomeriggio si scaglia sull’opzione Maria Elisabetta Alberti Casellati, attuale Presidente del Senato, come candidata “comune” per il Presidente della Repubblica.



«Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto», scrive un Letta considerato “furente”. Ci aggiungiamo nell’analisi, poco prima l’ex Premier aveva visto il suo acerrimo nemico Matteo Renzi per scongiurare l’ipotesi Casellati (con il leader di Italia Viva tra l’altro costretto a smentire lo scambio Casellati-Colle e Renzi-Senato). Benissimo, ma quella ipotesi da dove nasceva?



QUIRINALE, CAOS SU CASELLATI: SALTA IL ‘CONCLAVE’?

Nel presentare ieri la “rosa” dei tre nomi per il QuirinaleMoratti, Pera, Nordio – i leader del Centrodestra non avevano escluso del tutto il nome di Casellati come personalità di spessore non “tirata in ballo” solo per il fatto di essere una carica istituzionale. Nel corso della notte poi il dialogo “segreto” tra Salvini e Conte avrebbe cercare di verificare l’ipotesi di un voto di sostegno alla figura della Presidente del Senato: questo dunque, assieme alla proposta nata tra le file del Centrodestra, avrebbe fatto scattare il segretario del Pd Enrico Letta facendogli prendere la decisione del “tweet” piuttosto che le consuete “fonti” o “rumors” dal partito. La partita è sempre più complicata e vede al centro di un bivio tanto Matteo Salvini quanto Enrico Letta: il primo in “mezzo” alla tenuta del Centrodestra e la tenuta della maggioranza di Governo; il secondo in “mezzo” a dinamiche parlamentari che, dopo 30 anni, potrebbero vedere il Partito Democratico (prima Pds e Ds) fuori dal centro della partita per il Quirinale. Resta ora da capire se questo “conclave” sul Quirinale si farà oppure no: una risposta ufficiale a Letta non v’è stata dalla Lega, se non dal grande elettore Guglielmo Picchi che ha replicato con un netto, «Quindi se i grandi elettori non scelgono uno che vada bene al PD votano la sfiducia a Draghi? O semplicemente passano all’opposizione rinunciando a ministri e sottosegretari? Ricatto irresponsabile e un po’ ridicolo. Rimarrete fregati e di brutto». Salvini si è invece limitato ad un più “ecumenico”: «la soluzione è vicina».