«Il Pd non è il partito dei poteri forti e delle Ztl»: così il segretario dem Enrico Letta in Puglia ha svolto la sua prima uscita pubblica dopo la nomina al Nazareno, tornando a lanciare diverse “frecciate” al rivale-alleato di Governo della Lega e puntando tutto sull’asse Draghi-Biden visto ieri al G7 (seppure rimangono aree d’ombra come la diversa posizione sulla Cina e la Russia). Rimanda il possibile faccia a faccia con Conte, anche se conferma l’intenzione dell’alleanza di Centrosinistra, e prova a replicare a distanza all’ala ex renziana: «Non è vero che siamo ai margini come ci raccontano. Noi ci siamo e ce la giochiamo se stiamo uniti, se siamo classe dirigente», spiega l’ex Premier nella chiacchierata con Monica Guerzoni sul Corriere della Sera.
Il Pd viene dato in “salute” secondo Letta (anche se i sondaggi non sono tutti concordi con tale aurea di positività, ad eccezione di Ipsos che dà un primo sorpasso del Pd sulla Lega) e in più «nel governo Draghi noi siamo a casa nostra e Salvini no. In sei mesi la Lega ha perso il 6% e noi abbiamo guadagnato il 3». A domanda secca sulla minori tensioni sull’asse Salvini-Letta, il segretario Pd dà la sua versione dei fatti: «Lui ha cambiato atteggiamento, ha fatto esplodere meno mine sulla strada del governo, sta facendo meno incursioni corsare. Ma sono pronto a essere di nuovo muscolare appena lui ricomincia».
L’AGENDA LETTA NEL GOVERNO DRAGHI
Letta non si sente isolato, ma anzi ribadisce «vedo che i risultati arrivano e che stare al governo con Draghi ci fa bene. […] Erano quattro anni che non ci davano prima forza del Paese. Noi lo lasciamo da parte, ma santo cielo questi numeri dicono che noi ci siamo. Trasformeremo i sondaggi in voti e vinceremo le elezioni». Dalla Lega al caos M5s, il Governo Draghi potrebbe essere messo in crisi dal possibile strappo di Conte? Secondo il n.1 dem l’opzione non è neanche da prendere in considerazione, «Ogni giorno c’è un gossip, ma io non li inseguo. I fatti sono che i 5 Stelle stanno nel governo». Certo è che l’imbarazzo internazionale non è stato evitato, nel giorno in cui Draghi incontra Biden al G7 parlando anche dell’incognita Cina, Grillo (e anche Conte, che all’ultimo ha declinato forse proprio per non aumentare l’imbarazzo) incontrava l’ambasciatore cinese a Roma: «io cerco ragioni per andare d’accordo con Conte, non cerco distinzioni. Con loro sono a mio agio. Confermo che coi 5 Stelle voglio aprire un cantiere e discutere dell’alleanza per le politiche, ognuno a partire dalla sua identità. Quella del centrosinistra è il mio obiettivo». Se però Conte ha escluso (per il momento) una candidatura alle Suppletive di Roma, Letta si fa più guardingo sulla medesima opportunità per se stesso al seggio di Siena: «Le Amministrative coinvolgono molti Comuni e un segretario di partito deve dividersi su tanti territori. Sarebbe un onore, deciderò sulla base della fattibilità logistica».