Egregio direttore,
i “Chiarimenti alle Linee di indirizzo per la rimodulazione dell’attività programmata differibile in corso di emergenza da Covid-19” del ministero della Salute (Direzione generale della programmazione sanitaria), includono nelle attività non procrastinabili sia ambulatoriali che di ricovero:
– Test di screening delle aneuploidie test combinato (se previsto dal Ssr)
– Diagnosi prenatale (villocentesi, amniocentesi, esami correlati)
– Certificato interruzione volontaria di gravidanza con ecodatazione
– Ivg (Interruzioni volontarie di gravidanza)
In un momento di emergenza e di preoccupazione per la salute e per la vita della nostra popolazione, rimango stupito della solerzia che il nostro Servizio sanitario azionale (per non fare nomi specifici) ripone nel garantire l’aborto selettivo (eugenetico) e la soppressione dei nostri figli nel grembo materno.
Mi sorge il dubbio che il progetto di annientamento della nostra società con la mala-gestione (se non la lucida premeditazione) dell’emergenza Covid sia in continuità con la mentalità contraccettiva ed abortista che da anni permea l’Italia ed il mondo intero.
A fronte di circa 50mila morti per Covid noi aggiungiamo con “nonchalance” altri 80mila aborti volontari registrati più quelli misconosciuti delle varie pillole del giorno dopo.
Perciò il nostro futuro vero, cioè i nostri figli, vengono ammazzati mentre noi moriremo uccisi dalla ghigliottina governativa che decapita le nostre attività produttive.
Di fronte a questo scenario vedo anche una certa gerarchia ecclesiale (anche qui generalizzo per non scendere in un pietoso dettaglio di nomi!) che si preoccupa di mostrarsi docile a questa abominevole e diabolica mentalità, affrettandosi ad inchinarsi al nuovo ordine mondiale che ultimamente prende anche il volto del “cattolico” Biden, che per bieco potere sta appoggiando l’aborto ed altre aberrazioni vendendo la sua anima al diavolo con il sorriso piacione sulle labbra.
Come ha detto il cardinale Bassetti, bisogna rimettere al centro l’Eucarestia o non se ne esce più.
Gianluigi Parenti, ostetrico-ginecologo