«Confido nel fair play di tutti quelli che si spediranno attorno al tavolo. La situazione è difficile ma io confido che si possa evitare la procedura d’infrazione: l’Italia ha un ruolo centrale in Europa e a volte gli stessi italiani non se ne rendono conto»: così ha spiegato poco fa il Premier Conte da Bruxelles dopo una giornata di ieri e una intensa nottata di scambi, discussioni e vertici tanto sulle nomine per la Commissione Ue quanto sul forte rischio di una procedura d’infrazione sui conti pubblici italiani. «Con Juncker ci aggiorniamo passo a passo, c’è ancora del tempo», ha poi aggiunto il Presidente del Consiglio a commento di un forte “allarme” lanciato nelle scorse ore con le interviste rilasciate sempre alla stampa italiana. «Evitare che venga lanciata una procedura per deficit eccessivo è molto difficile, ma faremo tutti gli sforzi possibili» ha detto alle 2 e mezza di questa notte in un dialogo con i pochi cronisti rimasti svegli nell’albergo nel cuore di Bruxelles dopo il Consiglio Europeo. «Dobbiamo lavorare sull’assestamento, perché è ingiusto che ci venga richiesto altro. E’ ingiusto […] i rapporti sono sempre buoni, ma abbiamo una Commissione che sta andando via. E’ una situazione un po’ difficile: non è detto che giochi necessariamente a nostro favore». «E’ una situazione un po’ singolare, un po’ strana – aggiunge il premier Conte preoccupato – ci sono commissari che stanno andando via. In una logica fisiologica si entra in un periodo bianco, in cui si fa l’ordinaria amministrazione. C’è un certo fair play, per cui non assumi determinazioni che siano di una portata rilevante o addirittura straordinaria: e una procedura non è ordinaria amministrazione. Purtroppo c’è un clima per cui questo fair play non viene compreso».
MOSCOVICI “LE REGOLE NON SI CAMBIANO”
Arrivando a Bruxelles per il Consiglio Europeo (sul tavolo pesano e molto le nomine per il futuro dell’Europa con Merkel e Macron tutt’altro che concordi per il momento) il Premier Conte affronta ancora il tema della procedura d’infrazione, spiegando dopo l’invio della Lettera Ue: «Mercoledì in Cdm faremo definitivamente l’assestamento di bilancio per certificare che i conti vanno meglio del previsto, con un deficit al 2,1%» spiega il Presidente del Consiglio. Tornando sulla lettera inviata alla Commissione Ue, Conte aggiunge «Vogliamo competere con le sfide globali, ma all’interno dell’Europa le regole devono essere uguali per tutti, competere a parità di armi». Per il Premier italiano i conti italiani vanno meglio del previsto e per questo motivo la Commissione non dovrebbe temere troppo la tenuta dell’economia e la battaglia contro il deficit: poi sul tema delle nomine, il Premier sottolinea «Il nostro candidato ideale alla presidenza della Commissione Ue è quello che si predispone a cambiare le regole europee». Pronta la risposta del Commissario Moscovici che a stretto giro attacca il Governo Lega-M5s: «Terremo in considerazione la lettera di Conte di ieri – ha detto il Commissario al Bilancio Europeo – la procedura per deficit eccessivo può essere sostenuta e noi lavoriamo in un modo costruttivo, per evitarlo. Ma queste regole sono intelligenti e in favore della crescita, e devono essere applicate». Non solo, per Moscovici «La discussione tra Bruxelles e Roma sui conti pubblici è in corso per evitare la procedura il mio compito come commissario è fare in modo che le regole vengano rispettate e l’Italia è un paese che ha usufruito molto della flessibilità negli anni, per miliardi di euro».
LETTERA UE DOPO VERTICE CONTE-SALVINI-DI MAIO-TRIA
Il Premier Conte ha inviato in nottata la Lettera all’Ue per evitare la procedura d’infrazione, come richiesto dalla Commissione Europea la scorsa settimana: il vertice di Governo in nottata su conti pubblici e tagli da effettuare per evitare la sanzione Ue non si è però concluso al meglio dato che il Ministro Salvini – come riporta oggi il Messaggero – avrebbe frenato sulla proposta di Tria di portare una riduzione graduale di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza per trovare le somme giuste da opporre all’aumento del debito pubblico. «L’Italia in quanto Paese fondatore della casa comune europea, avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la commissione Ue», si legge nella prima parte della lettera inviata dal Premier Conte, secondo le anticipazioni dell’Ansa; «Lo ha dimostrato anche nel dicembre 2018, allorché un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra. Ritengo nostro dovere – si legge in un altro passaggio – aprire adesso, senza ulteriore indugio, una fase costituente per ridisegnare le regole di governo delle nostre società e delle nostre economie riconsiderando modelli di sviluppo e crescita che si sono rivelati inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite, attraversate da sfiducia, rancore e delusione».
ACCORDO GOVERNO, MA MANCA QUELLO DEFINITIVO SUL DEFICIT
Al termine del Consiglio dei Ministri di ieri sera a Palazzo Chigi si è tenuta poi una riunione sulla riforma del processo, e discussioni su Dl Crescita e Autonomie: per il primo il Ministro Bonafede ha annunciato una riforma entro la fine dell’anno sulla scia della crisi Csm. Sugli altri due temi invece, il Decreto Crescita ha visto luce verde con il rinvio in Commissione ma solo per aggiustamenti tecnici garantisce la Lega; resta sul tavolo la non perfetta convinzione di Salvini e Di Maio di tagliare le proprie misure bandiera per rispondere alle richiesta della Commissione Ue sulla procedura d’infrazione pendente. Conte parteciperà ai vertici in Ue nei prossimi due giorni dove si discuterà anche se non soprattutto di questa Lettera di impegni inviata dal Governo italiano: «Prima che l’Ue si trovi a dover affrontare nuove crisi finanziarie sistemiche e globali – recita ancora lettera di Palazzo Chigi – occorre una riflessione approfondita su come assicurare un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita, tra riduzione e condivisione dei rischi. Come l’esperienza ha dimostrato se per assicurare la piena realizzazione dell’uno si sacrifica l’altro si rischia di pagare un prezzo molto alto per la coesione sociale ed economica dei Paesi membri e per la credibilità stessa del progetto europeo». Per Conte ci sarebbero tagli da 2 miliardi di euro per far fronte alla crisi del deficit, ma i restanti 3 che potrebbero arrivare dai risparmi su Quota 100 e Reddito sarebbero stati “frenati” da Salvini e Di Maio: il ddl sui conti pubblici perciò non è stato varato con il rinvio al prossimo vertice di Governo per trovare una quadra migliore. Il problema è che al netto dell’utilizzo o meno di quel “tesoretto” alla Commissione Ue potrebbe non bastare per evitare di lanciare la “fatwa” della procedura..