Caro Silvio,

ti ringrazio che mi hai sempre a mente e di avermi chiesto di scrivere due righe su questo periodo difficile che tutti viviamo. Mi sono fatta attendere perché non sapevo bene cosa dire. Prevaleva la fatica e il peso della realtà intorno: i numeri di malati da coronavirus, le vittime, la fatica di stare sempre chiusi in casa con la bambina e il marito con cui le discussioni e  i limiti di ciascuno emergono in modo più evidente rispetto a prima.



Detto questo oggi sono uscita ad andare a fare la spesa e come sempre c’era una gran fila. Un signore abbastanza anziano ha iniziato a insultarmi a caso senza motivo, aveva addosso una grande rabbia, quella rabbia che vedo in tanti volti. Ecco davanti a questo signore ho provato tenerezza. Non mi ha alterato come sarebbe accaduto qualche tempo fa, ma semplicemente mi ha fatto tenerezza e ho pensato: “Ma pensa a sto uomo, chissà, magari è solo, o magari semplicemente non ha qualcuno o qualcosa che lo aiuti o che lo sostenga…”.



In questa situazione c’erano anche due volti che conosco abbastanza e con cui ho iniziato a parlare riconoscendo in quel tratto la gratitudine che provo per ogni singolo particolare che mi è dato, per la posizione che mi riscopro nuova su di me per grazia.

Grata per il fatto semplice di esserci e del fatto che tutto ciò di cui davvero ho bisogno c’è. Perché quello di cui davvero ho bisogno non è altro che aver incontrato una strada iniziata con l’Imprevisto e che tutt’ora continua attraverso mio marito la bimba e i volti amici che posso rincontrare tramite video-chiamate o gesti come la santa messa che continuano in diretta da casa. Insomma le cose davvero importanti non si fermano. Potremmo magari anche non avere più nulla ma quello che ho incontrato nella mia vita è un seme che, coltivandolo, porterà frutto e neanche il coronavirus lo potrà fermare. Credo che questo momento sia prezioso perché nella fatica che comporta ci chiede di guardarci dentro e comprendere e abbracciare la nostra umanità. Insieme può diventare una strada… se tutto il dolore vissuto prima ha sempre portato un significato, una positività; son certa che lo sarà cosi anche ora.



Marigona

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