Caro direttore,
le dico la verità: è con un pizzico di timore che le scrivo questa lettera perché come sempre quando si tratta di cominciare bisogna in qualche modo prendere posizione, decidere, esporsi, lasciarsi andare.
Volevo raccontarle di cosa ho voluto cominciare a fare con qualche amico, ma alla seconda riga mi sono fermato a riflettere su quello che ho scritto: mi sembra di dover dedicare una riflessione a questo “timore”.
È come se il contesto in cui vivo cercasse di far tacere in me quell’irrompente voglia di dire la mia convincendomi che quello che scopro vero per me non ha poi così tanto valore ed è per lo più inutile da tirare fuori. Non saprei dirle bene il motivo, ma percepisco come una tendenza ad omologarsi e ridursi a posizioni già definite e standardizzate piuttosto che lo slancio nel dare fino in fondo importanza a quel che scopro io e in generale il singolo individuo.
Più passa il tempo però, più mi sto convincendo che questo timore non ha senso, e che anzi c’è bisogno sempre più di gente che lo metta da parte. C’è bisogno di gente che dica “io”. Non “io sono il più bravo” o “io sono il più duro”, non la gara all’affermazione dell’io più forte, ma semplicemente dell’“io”. Sto maturando la convinzione che siano tanti “io” genuini, consistenti e in dialogo tra di loro che possono dar vita a qualcosa di buono.
Vengo al motivo per cui le ho scritto: circa un anno fa con un gruppo di dodici amici conosciuti durante gli anni dell’università, abbiamo deciso di costruire un luogo, una “casa”, che ci permettesse di confrontarci su temi di attualità e politica in modo libero, che imponesse come metodo quello di partire dal confronto aperto con la realtà. Non posizioni da difendere, ma un lavoro da fare. Non applicare un’ideologia, ma conoscere, dialogare e così costruire una cultura basata sull’impatto della nostra matrice cristiana con la realtà.
Durante i primi incontri pensare a cosa ci unisse è stato semplice: avendo visto un Bene grande nella nostra vita, siamo convinti fin nelle ossa che questo possa esistere in tutto e per tutto, anche in quel mondo maltrattato che ora vogliono farci credere aver totalmente fallito dipingendolo come corrotto e corrosivo: la politica. Questo è l’Ideale che ci fa superare quel timore di cui le ho parlato all’inizio, questo è l’ideale che ci rende liberi di cominciare, ogni giorno. Non crediamo a chi ci dice con rassegnazione che “il mondo funziona così”. Non ci rassegniamo davanti al pessimismo, al cinismo, alla cattiveria, all’egoismo: abbiamo visto e sperimentato la potenza e la freschezza che quest’ideale può consegnarci, non vogliamo né sprecarle né lasciarle appassire.
Quindi abbiamo iniziato, e per un anno ci siamo incontrati per affrontare tematiche che partissero dai desideri e dalla quotidianità di chi le proponeva: mai decise a tavolino ma, seguendo il metodo che ci siamo dati, a partire da quello che succedeva intorno a noi.
Ora, dopo aver lavorato su diversi temi e con qualche adesione in più, stiamo organizzando un weekend di lavoro sul tema dell’ambiente e dei cambiamenti climatici. Un weekend costruito sull’interessamento di alcuni di noi al tema e sulla reazione nostra spontanea rispetto al modo di parlare complottista o catastrofico della vicenda. Non ci soddisfano quelli per cui sono tutte “paranoie da ecologisti” e non ci soddisfa neppure Greta Thunberg, per quanto abbia il merito di aver portato l’attenzione sul tema. Vogliamo approfondire, conoscere, capire, studiare e arrivare a poter dire la nostra.
Quindi abbiamo costruito questo appuntamento, che si terrà il 23-24 novembre a Salsomaggiore Terme (Parma), in cui incontreremo due scienziati (Sergio Castellari e Giuseppe Orombelli) che ci spiegheranno dati e contesto e con cui dialogheremo, ci faremo raccontare poi il punto di vista di Papa Francesco esposto nella Laudato Si’ dalla prof. Simona Beretta e dall’arcivescovo di Taranto mons. Filippo Santoro col quale potremo affrontare il delicatissimo tema Ilva e il binomio uomo-ambiente. Ci faremo spiegare quali sono i punti critici a livello globale dai giornalisti Alberto Magnani (Il Sole 24 Ore) e Andrea Martire (Il Caffè Geopolitico) e dall’economista Alberto Brugnoli. Dopodiché cercheremo di capire con Paolo Masoaro (Losma Group) e un giornalista quale è la nostra responsabilità e infine dialogheremo con “i grandi soggetti” per sapere come si sta muovendo chi ha potere di agire: ce lo racconteranno l’on. Maria Chiara Gadda (promotrice della legge sullo spreco alimentare), Angelo Colombini (Segretario Confederale Cisl), Alberto Piatti (Eni) e Raffaele Cattaneo (assessore Regione Lombardia).
Abbiamo deciso di terminare il weekend con un momento di confronto tra di noi sui temi e sulle possibili iniziative, proprio per dar spazio al nostro lavoro.
Lanciamo a tutti la nostra proposta di passare insieme questo weekend di lavoro, non per esperti ma per tutti gli appassionati come noi al mondo che ci circonda. Saremo lieti di lavorare con chiunque sposi il metodo che le ho raccontato e decida di superare quel dannato timore.
Diceva don Milani: “ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”.
Per iscriversi è sufficiente mandare una mail a witsegreteria@gmail.com.
Filippo Campiotti