Torna a parlare Antonio Logli. L’uomo, in carcere per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa, ha scritto una lettera a Quarto Grado, il programma di Rete 4 condotto da Gianluigi Nuzzi. Una missiva, quella indirizzata allo show Mediaset, che arriva a pochi giorni dal primo incontro fra Antonio Logli e i suoi familiari all’interno del carcere di Massa, dov’è attualmente detenuto. Da un anno a questa parte, infatti, le limitazioni anti-Covid hanno costretto Logli e altri carcerati a parlare con i propri cari soltanto attraverso le videochiamate. Nel descrivere l’emozione provata nel rivedere la sua famiglia, Logli aggiunge una postilla: “I miei genitori sono anziani e vorrei poterli riabbracciare da uomo libero“. L’uomo ha ancora una volta ribadito la sua estraneità rispetto alla scomparsa della moglie Roberta Ragusa: “Continuo a professare la mia innocenza”, ha detto.
ANTONIO LOGLI, LETTERA A QUARTO GRADO
Antonio Logli ha anche annunciato a Quarto Grado di aver cambiato avvocato: ad assisterlo è Andrea Vernazza e, scrive nella lettera, “finalmente mi sento nelle mani giuste“. Il marito di Roberta Ragusa dice di aver trascorso l’estate a leggere tutte le carte del suo processo, esaminando “una ad una tutte le criticità dela mia condanna“. Alla fine di questa attenta analisi, ha scritto Logli, “mi sono reso conto che avrei dovuto farlo prima“. “E’ incredibile“, ha aggiunto, “come tutto sia stato costruito per ritagliare la figura di mostro da prima pagina. Per la scomparsa di Roberta Ragusa bisognava trovare un colpevole e hanno deciso che dovevo essere io“. Logli prosegue: “In carcere continuo a lavorare nel lanificio nella produzione di lenzuola e coperte, e presto tornerò a seguire laboratori di lettura. Sono consapevole che la casa di reclusione di Massa offra opportunità rieducative, ma io dovrei stare altrove. A casa, con i miei affetti più cari“. Poi la chiosa: “Io non so dove sia adesso Roberta. L’unica certezza che ho è che non sono stato io a farle del male“.