Signor Sindaco,

caro Pietro,

con larga maggioranza, le urne ti hanno confermato come Primo Cittadino. Mi complimento con te e ti auguro ogni bene per questo tuo secondo mandato a guida del nostro Comune. Ti scrivo perché vorrei condividere con te ciò che mi sta a cuore.

Il popolo ti ha dato il potere di governare il nostro paese per altri cinque anni. Ricordati però che, anche se moltissimi dei votanti non ne era consapevole, è Dio che ti ha chiamato a partecipare ad un progetto che appartiene a Lui: al suo progetto di amore sull’uomo e sulla storia degli uomini suoi figli. Infatti Dio si comporta così: desidera aver bisogno di noi uomini per compiere quanto ha pensato al fine di condurre il mondo a Lui. Fondamentalmente, per la seconda volta, il Signore Gesù ti ha comunicato che ha bisogno di te, Pietro, per collaborare con Lui per governare quel piccolo pezzetto di mondo che è il Comune Gorla Maggiore. Dio ti chiama a partecipare a quel potere che è solo Suo e che esercita sugli uomini e sul mondo per il bene. Lo dice bene il Salmo 61 al versetto 12: “Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: il potere appartiene a Dio”. A ben pensarci è una realtà da vertigini essere a servizio di tale potere. In fondo però è la sostanza di quello che chiamiamo vocazione: il Signore ci chiama a collaborare al suo progetto. Pensaci, è sempre così nella nostra vita di creature. Dio ti ha chiamato a partecipare alla sua sapienza quando studiavi e conseguivi i titoli accademici, ti ha partecipato il suo amore quando ti sei sposato, ti ha voluto partecipe del suo dare la vita quando hai messo al mondo le tue figlie. Ora, in qualità di Sindaco, ti chiama a partecipare al suo potere di decidere, giudicare, costruire, cercare il bene comune, guidare un pese. Dio, attraverso la concretezza di una votazione, ti chiama a servirlo come Sindaco, ti ricorda che il ruolo che ricopri è una vocazione per un progetto divino. Mi raccomando, coltiva la certezza che potere è sinonimo di servizio: Gesù che ha detto “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”, ha anche detto “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”. Spendi bene in questa vocazione i talenti che hai ricevuto e tieni sempre presente che da un grande potere derivano sempre grandi responsabilità di fronte a Dio e agli uomini.



Mi permetto di darti qualche consiglio.

Per la tua condotta

Vivi in modo tale che i tuoi cittadini possano essere orgogliosi di te. Anche nella tua vita privata tieni una condotta tale da essere un esempio per chi ti guarda. Sei su di un piedistallo, nessuna delle tue azioni passa in osservata. Da Parroco ti suggerisco di domandarti spesso: cosa farebbe Gesù al mio posto? Soprattutto prima di prendere decisioni che implicano anche la vita di altri, dovresti entrare in chiesa e, davanti al Tabernacolo, porti questa domanda fondamentale.



Per il tuo essere uomo di parola

Hai fatto delle promesse in campagna elettorale: adesso mantienile. Hai presentato un progetto ambizioso per Gorla 2030: realizzalo con saggezza e lungimiranza. Mi piace lasciarti questa frase di Winston Churchill: “Il politico diventa un uomo di parola quando inizia a pensare alle prossime generazioni anziché alle prossime elezioni”.

Per il tuo tutelare il bene

Non seguire le mode ma cerca la verità. La verità non la troverai nelle opinioni più diffuse o nel politicamente corretto. La verità la trovi in Dio, anzi, Dio è la verità. Difendi i valori non negoziabili dell’uomo anche quando la verità potrebbe renderti impopolare. Oggi si chiamano diritti realtà che attentano l’uomo, la vita e la famiglia come Dio li ha pensati e creati. Leggevo queste parole in una recente intervista al Cardinale Ruini: “C’è una maniera implicita di porsi contro Dio ed è porsi contro l’uomo che è fatto a immagine di Dio. Questo è il rischio della nostra epoca”.



Per il tuo cercare la giustizia

Sia tu che io siamo abbastanza grandi per aver sperimentato che nella vita non si riesce ad avere solo amici. Nella vita si hanno anche dei nemici. Alcuni ci sono diventati nemici per colpe nostre, altri per causa loro. Alcuni perché invidiosi, altri perché di idee diametralmente opposte rispetto a ciò che è essenziale. Non covare risentimenti nel tuo cuore, potrebbero renderti gretto e vendicativo. Sei sindaco: esercita la giustizia con ognuno dei tuoi cittadini. Il tuo agire sia quindi “sì sì, no no, il di più viene dal maligno”. E se proprio qualcuno ti sta sullo stomaco, prova a pensare che persino lui è costato tutto il sangue di Cristo.

Per il tuo essere operatore la pace

Far divampare a Gorla Maggiore il fuoco della lotta tra fazioni, il cancro della discordia tra persone, il male della cattiveria l’uno per l’altro, il vizio della calunnia, è facile come respirare. Stempera le tensioni. Spendi parole che rappacificano. Fai in modo di non sentire nessuno da meno di te. Non raccogliere le pietre che ti lanciano. Non tutelare chi si raggruppa e, con iniziative condotte in modo aggressivo, cerca di sfavorire il lavoro di altri. Così metterei le fondamenta per la prosperità del nostro paese. Tito Livio già nell’antica Roma scriveva: “Le lotte fra le fazioni furono sempre e saranno per i popoli di maggior danno, che non le guerre esterne, che non la fame, le epidemie”.

Per tua cura della bellezza e della cultura

Attraversiamo un’epoca in cui si vive per il piacere e non si ricerca il piacere di vivere. Gorla Maggiore non sfugge a questa sentenza e nel nostro paese c’è un serio lavoro culturale da compiere. Salamella e patatine attireranno certamente più folle di una mostra di pittura, di una setata di poesia o di energie spese per educare ragazzi e giovani. Tu però non rassegnarti al “panem et circenses” cioè cibo e giochi. Era questo un modo di dire usato nell’antica Roma per sintetizzare le aspirazioni della plebe, o, in epoca contemporanea, in riferimento a strategie politiche demagogiche. Investi in cultura e bellezza. Finanzia e incentiva chi eleva con cultura e bellezza il nostro paese.

Per il lavorare insieme

Nel nostro paese ciascuno lavora per sé. Al massimo, se si deve fare qualcosa in collaborazione, lo si fa volentieri se è contro qualcuno. Come ho già detto molte volte, a Gorla Maggiore si gode di più per le disgrazie altrui che per le proprie fortune. Occorre solidarietà. Lavora perché si diventi solidali nel bene, nelle iniziative per il paese, nel costruire il futuro, nell’aiutarsi gli uni gli altri e, perché no, anche nel fare salamella e patatine.

Per quella che noi chiamiamo Carità

I cittadini che devi avere a cuore per primi sono i più fragili. Verranno da te per problemi economici o ti saranno segnalati per situazioni gravi. Sicuramente continuerai a vigilare che sia gestito con cura l’assessorato al sociale. Ma chi si presenta a te non è una situazione da risolvere, ma una persona da accompagnare. Metti cuore nelle politiche di assistenza sociale, anche quando chi hai di fronte non è affatto amabile. Vedi Cristo che si nasconde in chi vive un disagio. Senti cosa dice Papa Francesco: “La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli”.

Per la gestione dei contributi economici

Fare parti eguali tra diseguali è una somma ingiustizia. Ulpiano, nel diritto romano, presentava come parametro di giustizia questa sentenza: “Unicuique suum tribure” cioè dare a ciascuno il suo, ciò che gli è proprio. Credo sia un criterio eccellente quando dovrai districarti nella selva della distribuzione di fondi alle associazioni.

Infine ti invito già fin d’ora a presenziare a quei momenti ufficiali che sono le Liturgie dei tempi solenni della nostra Parrocchia. Sono le feste care alla maggior parte dei tuoi cittadini. Inoltre, permettimi di dirtelo, quando il Sindaco sta con la fascia tricolore di fronte all’Altare su cui si compie il Sacrificio di Cristo, il popolo che conduce è al sicuro. Ma questo lo comprendiamo solo noi che abbiamo la fortuna di appartenere a Cristo.

La Madonna di San Vitale benedica questo tuo nuovo inizio.

Il Parroco

Don Valentino Viganò