COS’È LA STORIA DELLA LETTERA DI BIN LADEN DIVENTATA VIRALE SU TIKTOK

È bastata una lettera delirante scritta da Osama Bin Laden per farci rendere conto che l’Occidente oggi vive quasi in un mondo “parallelo” dove valori, realtà e libertà vengono talmente dati per scontato che si arriva alle estreme conseguenze di “giustificare” deliri ideologici e terroristici, tutto come se fosse un enorme grande “complotto” da svelare ogni giorno. E così la famosa “Lettera all’America” scritta nel 2002 per incolpare gli Stati Uniti di crimini per mezzo mondo, di colpo diventa l’arma morale per “comprendere” gli attacchi di Hamas contro Israele e anzi addirittura giustificarli.



La vicenda è ormai divenuta di dominio pubblico da qualche ora dopo che il “Guardian” ha rimosso dal suo sito la lettera che Bin Laden scrisse un anno dopo aver ideato e realizzato l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. In quelle righe il fondatore di Al Qaeda voleva rilanciare le azioni terroristiche islamiste contro l’intero Occidente, giustificate da deliranti teorie “morali” contro il male del mondo, ovvero gli Stati Uniti. Influencer e attivisti ma anche semplicissimi utenti giovani su TikTok l’hanno resa virale in poche ore, tanto che ora lo stesso social cinese ha vietato dalla sua piattaforma tutti i video che promuovono la “Lettera all’America”. Pubblicata 20 anni fa come documento storico, la lettera di Bin Laden – ricordiamolo, ucciso in un agguato dalle forze speciali Usa il 2 maggio 2011 in un bunker in Pakistan – è stata ripresa di recente sui social come un “documento politico” e per alcuni è diventata addirittura un appello morale.



DA BIN LADEN ALLA BANDIERA DELLA PALESTINA IN CALIFORNIA: TUTTA LA DEBOLEZZA DELL’OCCIDENTE

«È necessario che tutti lascino quello che stanno facendo e che leggano la lettera. Vivo una crisi esistenziale»: così ha sentenziato Lynette Adkins, tiktoker americana, nel commentare la lettera inizialmente presente in un link del Guardian (poi appunto rimossa dopo che la vicenda è divenuta virale, altro tema che meriterebbe un approfondimento a parte sulle tante, piccole, “cancel culture” quotidiane dei media occidentali). «Finalmente abbiamo aperto gli occhi» commentano altri tiktoker occidentali: il tenore è sempre lo stesso, le parole di Bin Laden lettere 20 anni dopo sembrano “giustificare” la guerra del fondamentalismo contro quello stesso Occidente che ha prodotto i social, la libertà di parola e di critica.



Insomma, una civiltà che arriva a “suicidarsi” in nome di una libertà che il “nemico” fondamentalista non permettere per principio: «La creazione di Israele è uno dei crimini più grandi. Israele deve essere cancellato», si legge tra i tanti passaggi deliranti di Bin Laden, così come quando scrive «Dietro i politici ci sono gli ebrei che controllano le vostre leggi, i media e l’economia». In sostanza si tratta della stessa retorica di Hamas e delle milizie islamiste che ogni giorno spargono odio contro Israele e gli Stati Uniti (le cui colpe e responsabilità, intendiamoci, a livello umano e politico non è che ne siano immuni, anzi…), solo che “ripescata” dal passato per spiegare perché oggi la civiltà libera occidentale deve pensare che – per colpe reali ed esistenti dello stesso Occidente – serva allora giustificare la barbarie e il totalitarismo fondamentalista. Se a questo ci aggiungiamo quanto accade ogni giorno nelle università e nelle scuole di mezzo mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, con le bandiere palestinesi e filo-Hamas “spiegate” al posto di quelle Usa, Israele, Italia etc., ecco creato il “delitto perfetto” della nostra cultura e società. Negli scorsi giorni una bandiera palestinese è stata issata in un college americano in California: l’idea è la stessa dei tiktoker seguitissimi, pensare di aver capito come “gira il mondo” affidandosi alla propaganda islamista e anti-occidentale, senza il minimo senso critico. Insomma, non si dica che anche su questo Oriana Fallaci non aveva ragione…