LA LETTERA DI ALFREDO COSPITO DAL CARCERE E LA MINACCIA DEGLI ANARCHICI
Entrando nel suo 133esimo giorno di sciopero della fame contro il regime di 41bis, il leader anarchico terrorista Alfredo Cospito ha consegnato una lettera al proprio avvocato Flavio Rossi Albertini, mostrata poi nell’incontro con la stampa al Senato alla presenza del presidente di “A buon diritto” Luigi Manconi. La lettera di Cospito, passata come da prassi sotto la censura per non contenere nulla che possa violare il 41bis, esprime l’ulteriore sfida allo Stato dopo i vari ricorsi respinti da Ministero di Giustizia e Corte di Cassazione: da 48ore rientrato all’interno del carcere di Opera dopo le dimissioni dall’ospedale San Paolo di Milano, Cospito scrive «Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis».
Tra le righe della missiva letta in conferenza stampa dal difensore Rossi Albertini e dall’ex senatore Manconi, il leader anarchico ribadisce come 750 persone subiscono il regime del 41bis «senza fiatare. Sono convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41 bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. È proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza». Cospito non ci sta a passare per chi da dentro il carcere compie o peggio dà ordini fuori per compiere atti violenti e intimidatori (che la galassia anarchica insurrezionalista sta effettivamente compiendo nel suo nome, ndr): «Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini, ma articoli per riviste anarchiche: mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere». Nel frattempo, sui vari profili sociali del centro sociale anarchico milanese “Galipettes” si legge dell’assemblea cittadina con tanto di presidio sotto la sede di FdI a Milano: «L’assemblea cittadina milanese contro il 41 bis e l’ergastolo ha indetto per giovedì 2 marzo un presidio solidale ad Alfredo Cospito sotto la sede di Fratelli d’Italia a Milano […] Restiamo al fianco di Alfredo fino all’ultimo respiro: i fascisti della Meloni che sono da mesi al governo non sono soltanto i responsabili politici della condanna a morte del compagno, ma anche di tutte quelle morti che ‘ordinariamente’ avvengono all’interno delle carceri italiane, delle centinaia di morti che lo Stato assassina quotidianamente sul posto di lavoro, nelle guerre imperialiste finanziate e appoggiate anche dall’Italia, delle morti sui confini e nel mar Mediterraneo. Pochi giorni fa l’ennesimo drammatico naufragio vicino alle cose di Crotone». Accuse durissime che non fanno presagire una giornata semplice quella di domani, con buona pace del commento del deputato lombardo di FdI Riccardo De Corato: «Domani gli anarchici verranno a protestare sotto la sede di Fratelli d’Italia a Milano. Ci dispiace solo perchè potranno creare un po’ di problemi al traffico di Corso Buenos Aires: per il resto che quattro gatti vengano sotto la nostra sede per una manifestazione intimidatoria non ci preoccupa minimamente. In altri momenti della nostra storia – rivendica – abbiamo subito attacchi dalla sinistra extraparlamentare ben più gravi e incisivi. Non saranno certo poche decine di scalmanati a farci cambiare idea sul 41 bis e su Cospito».
AVVOCATO COSPITO: “FACCIAMO RICORSO A CORTE CEDU. HA PERSO 50 CHILI
Ritornando alla lettera di Alfredo Cospito, il suo avvocato Flavio Rossi Albertini ha sottolineato davanti alla stampa che le condizioni del suo assistito restano comunque molto serie: «Ha perso 50 chili. Dopo la pronuncia della Cassazione ha voluto sospendere gli integratori ma il morale è fiero, determinato e convinto delle proprie ragioni e speranzoso di vincere la sua battaglia – ha spiegato ancora il legale – che è una battaglia per la vita, non per la morte, perché non ritiene il 41 bis vita. Non ha aspirazioni suicide». Per tutti questi motivi, l’avvocato annuncia l’imminente ricorso alla Corte CEDU per poter dirimere l’ultima sfida alle istituzioni sul fronte 41bis: «Riteniamo vi siano diversi profili che possano essere oggetto di ricorso alla Corte europea dei diritti umani. È una strada da intraprendere doverosamente».
Visti però i tempi non compatibili con il digiuno di Cospito e le sue condizioni, aggiunge Rossi Albertini, «stiamo analizzando la possibilità di richiedere un provvedimento di urgenza» che potrebbe arrivare già entro la prossima settimana. Secondo quanto rivelato ancora da Manconi nella sala stampa del Senato, vi sarebbe all’interno del mondo ecclesiastico il tentativo di evitare l’evoluzione fatale delle condizioni di Cospito in carcere: «dal mondo della Chiesa cattolica c’è interesse per il caso Cospito. So per certo che le gerarchie lavorano per perseguire una modalità riservata per poter positivamente intervenire portando mitezza e saggezza». Secondo l’avvocato dell’anarchico non vi sono pericoli di comunicazioni tra Cospito e le frange di contestatori all’esterno: «Non comunicando con l’esterno da nove mesi non può essere istigatore di proteste e azioni violente. Penso lo abbiano fatto diventare un simbolo e probabilmente se questa storia dovesse proseguire ulteriormente, rafforzeranno ancora di più il simbolo. Ma qualcuno l’ha determinato, l’ha voluto, e oggi questo si è realizzato: non è una questione addebitabile a Cospito».