Qualche giorno fa ho ricevuto una chiamata che mi ha riempita di gioia, era Silvio, che in conferenza con alcuni membri di Comunione e Liberazione, ha visto mio zio Felice e mi ha detto che guardando lui ha visto me nei suoi occhi. Mi sono commossa molto, mi ha ricordato nuovamente quanto questo legame che ho con la comunità vive dentro di me.



Quest’esperienza che stiamo affrontando tutti del Coronavirus, mi ha fatto pensare a lungo alla bellezza dei rapporti. Un giorno parlando con mia madre le ho detto: “Mi piacerebbe essere lì in Comunità, con le ragazze e gli operatori”.

C’è una bellezza nello stare assieme in quel luogo che quando ti ci trovi dentro non l’apprezzi come dovresti. È sempre un tendersi la mano, è sempre una ricerca del bello, è un tenersi compagnia, è un richiamarsi a quello che c’è di vero intorno e dentro di noi. Oggi sono a casa con la mia famiglia, a volte la convivenza è dura, ma come Gianchi mi ha scritto in un messaggio, e che ho letto col sorriso stampato sulle labbra “Dovresti esserci abituata alla convivenza stretta!”.



Eh sì è proprio così… mi sono risposta.

Le giornate proseguono, e purtroppo sono morte molte persone, l’urgenza è di rispettare gli altri e sé stessi con le misure precauzionali. Ovviamente tutto questo non basta, non basta mai, bisogna richiamarsi al senso di tutto ciò, occorre trovare una compagnia che ricerca, che invita, che chiede. Ringrazio e ringrazierò sempre L’Imprevisto che è stata per me davvero la sola speranza, quella di conoscermi e riconoscere il senso vero della vita che da sola non riuscivo a comprendere, I RAPPORTI.

Saluto di cuore tutti coloro che hanno percorso il cammino insieme a me, che mi hanno aiutata, sorretta e accompagnata. Vi voglio bene.



Un abbraccio. La vostra Francesca

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