Riceviamo e pubblichiamo, da parte degli Amici di Marzo, la seguente lettera in vista delle Elezioni Politiche 2022.
Caro direttore,
ci è stato insegnato che ogni oggetto ha un metodo di affronto che gli è proprio. Per questo, dinanzi alla scadenza politica del 25 settembre, attardarsi in sofismi, lamenti e banali osservazioni è irrispettoso sia nei confronti della politica che è “la forma più alta di carità” (Paolo VI) sia nei confronti della intelligenza degli elettori.
Non ci accodiamo al triste lamento di coloro che da trent’anni, dai tempi della crisi di mani pulite, denigrano la politica per interessi occulti, come i grandi giornali con padroni interessati, o addirittura inventandosi grotteschi movimenti antipolitici. Tutto ciò ha portato, insieme al diluirsi dei corpi intermedi, al fatto che la gente si sia distaccata dall’esercizio fondamentale del voto, e che a comandare nel nostro Paese invece che l’esito di elezioni sia l’esito di accordi internazionali, di potentati che influiscono e che difficilmente hanno a cuore il bene del popolo. La politica è il luogo della rappresentazione degli ideali e degli interessi e della passione costruttiva nella vita. I primi sono l’orizzonte di ogni azione, i secondi, se autentici, sono il motore dell’azione di persone, famiglie, imprese.
Non voteremo turandoci il naso, ma respirando a pieni polmoni il nostro ideale.
Il metodo della politica impone che si faccia coi partiti che ci sono (che hanno pregi e difetti come tutte le cose umane) e con le regole elettorali che ci sono. Per questo vogliamo impegnarci a faccia aperta, anche scegliendo schieramenti diversi se è il caso, ma con una unità di intenti che si documenta in quattro punti:
1. Favorire una maggiore libertà sociale, togliendo cappe e balzelli che ostacolano impegno e crescita. Meno burocrazia, liberazione di risorse verso realtà che dal basso esprimono valore pubblico, gestione della salute pubblica con responsabilità, alzare la soglia dell’odioso divieto dell’uso dei contanti
2. Decise politiche a favore dei giovani non ammalate da assistenzialismo, ma premianti per le realtà educative, le giovani coppie, la natalità, nuovi percorsi scolastici, forme elastiche e rispettose di inserimento al lavoro
3. La attenzione ai diritti dei nascituri, dei fragili, di coloro che necessitano di cure per una fine dignitosa come argine alla cultura e alla politica dello “scarto” dei deboli e indifesi.
4. Una politica estera che tenga conto del ruolo dell’Italia e del monito lanciato da Giovanni Paolo II e ripreso dai suoi successori, per una Europa che non sia solo unità monetaria o militare, ma anche culturale tra popoli latini, nordici e slavi che in comune hanno poche cose, ma di certo le radici cristiane e i valori che ne provengono. Fuori da questo l’Europa si riduce a fantoccio, facile preda di nuovi assetti mondiali.
Negli schieramenti attuali cercheremo di votare i partiti e nei partiti le persone -per quanto consentito da una legge elettorale che limita molto tale possibilità- che meglio esprimono e si impegneranno per queste preoccupazioni.
Solo così anche in questa occasione non sentiremo diminuita o lasciata in un comodo sterile stand-by la nostra umanità e la nostra educazione.
Amici di Marzo
Davide Rondoni, Tonino Romano, Carlo Tellarini, Massimo Ciambotti, Roberto Tuorto, Giampiero Perri, Walter Viola, Giuseppe Negro, Marco Paglialunga, Giuseppe Cappiello, Paolo Foschini, Francesco Malfitano, e altri amici.