IL CASO DELLA LETTERA DI MONS. GÄNSWEIN A DON MINUTELLA: IL VESCOVO “È UN FALSO!”
Attorno alla Chiesa Cattolica non da oggi si “assommano” una serie di rumors-polemiche-voci legate al presunto rapporto/scontro tra il Papa Emerito Benedetto XVI e l’attuale Papa Francesco: ebbene, il “caso” esploso negli ultimi giorni sulla presunta lettera di Mons. Georg Gänswein ricevuta da Don Alessandro Minutella (sacerdote di Palermo scomunicato nel 2018 per eresia e scisma) lo scorso 7 novembre ha “risvegliato” tutte queste “voci”. Provando a fare un po’ di ordine nel districarsi tra le rispettive posizioni, premettiamo prima di ogni considerazione il fatto che quella lettera è confermata essere una mera fake news. In quella lettera di presunta provenienza del Vaticano, si leggevano le seguenti parole dell’arcivescovo segretario particolare dell’ex Cardinal Ratzinger: «Il Papa emerito ha sempre celebrato la Santa Messa in unione con il nostro Papa Francesco, suo Successore, al quale ha promesso pubblicamente devota e incondizionata obbedienza. Lei è in grave errore, come prova la pena della dimissione dallo stato clericale che Le è stata irrogata e che la Chiesa molto raramente infligge. Il Santo Padre emerito assicura preghiere per il Suo ravvedimento».
Ebbene, sul portale online Kath.net è lo stesso segretario particolare del Papa Emerito ad essere intervenuto per smentire la veridicità della lettera inviata a Minutella: «Sono lieto di rispondere alla sua richiesta, e con fermezza: la lettera è un falso e una menzogna: Fakenews pure e semplici!». Su social e blog di sedicenti vaticanisti online la lettera a Don Minutella (diffusa da lui stesso, ammettendo già in origine qualche dubbio sulla veridicità) continua a circolare, come a voler dimostrare l’assunto secondo cui Ratzinger sia in piena e completa comunione con Papa Bergoglio e che vi sia piena condanna delle tesi anti-Francesco ribadite fin dall’inizio del suo magistero dal sacerdote Don Alessandro Minutella, scomunicato ormai 4 anni fa. Ma l’intervento sul quotidiano tedesco di Mons. Georg Gänswein prova a “smentire” tutto il vociare attorno a questi temi: «Il tono chiaro della risposta dell’arcivescovo Gänswein permette di concludere che Gänswein è decisamente infastidito dalla deliberata falsificazione di una lettera del genere. Inoltre, il destinatario della lettera non deve essere automaticamente il falsario», scrive Petra Lorleberg riportando le parole ricevute direttamente dal segretario di Ratzinger.
LO SCONTRO SU DON MINUTELLA E SUL RAPPORTO RATZINGER-PAPA FRANCESCO
La prova che quella lettera è un falso è un insieme di asserzioni abbastanza semplici da verificare: la firma falsa; l’intestazione “Sg.Pe” che starebbe per “Segretario del papa emerito”, sigla però mai esistita in Vaticano; le parole usate da Ratzinger e dall’arcivescovo suo segretario particolare, specie ricordando quanto Mons. Gänswein diceva anni fa «Don Minutella è teologicamente pazzo». Vicenda chiusa dunque, con una lettera che non è una vera lettera e con tutti i protagonisti che restano così sulle “posizioni” precedenti. E invece no, dato che quel “vociare” online prosegue e le posizioni si radicalizzano, se possibile, ancora di più. Chi (non da oggi) appoggia la tesi di Don Minutella è Andrea Cionci e in queste ore non accetta le critiche mossegli da ambienti vaticani, rivendicando di aver lui per primo dubitato della veridicità della lettera di Gänswein. «Ma siccome i bergogliani, gli una cum, e i tradizional-sedevacantisti hanno difficoltà a capire e ad accettare anche questa ovvia considerazione, ci hanno dato dei fanfaroni: leggete cosa scrive il bergoglianissimo Giovanni Marcotullio su Aleteia ove ha dato dello “scriba complottista” e dello “scrivano di don Minutella” al sottoscritto, reo di aver messo in dubbio l’autenticità della lettera e di voler “negare l’evidenza”», scrive su RomaIT lo stesso Cionci.
Di contro invece, su Aleteia questa è la controreplica dopo l’annuncio dell’arcivescovo sulla lettera-falso: «la questione di pubblico rilievo, invece, riguarda lo stato di quella branca del giornalismo detta “vaticanismo”, che con vicende come questa fa registrare valori tra i più bassi degli ultimi (già non brillanti) tempi. Tra Vatileaks, improvvisate papesse, scandalucci e maldicenze, sembra che ai vaticanisti occorra l’increscioso compito di bonificare una cloaca di pettegolezzi e bugie». Lo scontro è acceso con il rischio che le diverse (e legittime) posizioni diventino sempre più radicalizzate e dimentichino l’elemento cardine dell’insegnamento del Santo Padre Emerito Benedetto XVI, l’osservazione della realtà e il sostegno alla verità. Minutella con ogni probabilità ha ricevuto una lettera falsa, ma non significa che possa averla scritta appositamente per creare il caso; di contro, le smentite di Mons. Gänswein non significa che il Papa Emerito non pensi quanto scritto nella finta lettera, ovvero la piena comunione con Papa Francesco (anche perché da Ratzinger spesso ribadito in più occasioni in questi anni di “ritiro” a vita in preghiera).