Caro direttore,
ho letto sul Sussidiario la lettera di Lodovico Forno.
Rispetto molto l’opinione dell’autore, però al contempo trovo stucchevole che per l’ennesima volta si dicano frasi come “i partiti di centrodestra, a noi più consoni e affini per concezione della società e dell’uomo” arrivando a parlare di secolarizzazione per chi ha pareri diversi a riguardo.
In questo mese di campagna elettorale mi sono interrogato molto sulla mia scelta di voto. Le questioni principali sono: da chi voglio essere rappresentato? Chi, nei fatti e nei programmi, porta idee che sento vicino?
Punto sicuramente importante per la mia decisione è stato l’intervento di Draghi al Meeting, arrivato esattamente il giorno dopo l’incontro dei leader di partito. La sproporzione di temi e contenuti portati è stata evidente, tanto da farmi chiedere: “ma io, da chi voglio essere rappresentato?”. Questa domanda sembra paradossale, dal momento in cui i primi possono essere effettivamente eletti in parlamento, mentre il secondo no. Ma è proprio l’idea, il pensiero, il modo di porsi e di agire che secondo me è importante valutare. Da anni sentiamo che l’Europa è “cattiva” e per risolvere questo “dobbiamo andare a sbattere i pugni sul tavolo”. L’ultimo governo è stato, a mia memoria, quello che ha avuto più peso in Europa, e non mi risulta abbia alzato i toni o sbattuto i pugni. Certamente aiuta il peso internazionale di Draghi, ma ha altrettanto contribuito il modo di porsi con contenuti e non minacce, richieste e non pretese. Nei prossimi anni, chi può meglio rappresentare l’Italia in Europa? Un governo che sbatta i pugni o un governo di contenuti, che si ponga come guida in Europa (avendo quindi più potere di indirizzo, che è esattamente quello che vorrebbero i primi, tra l’altro)? Mi auguro quindi che vengano elette più persone possibili che abbiano a cuore il bene comune ma anche sapendo lavorare, sapendo gestire, sapendo amministrare, sapendo guidare un Paese. Persone competenti. Da questo punto di vista, la prospettiva è abbastanza triste, ma qualcosa c’è.
Ma chi, nei fatti e nei programmi, porta idee che sento vicino? Cosa pensano i partiti di famiglia, educazione, lavoro? Chi ha a cuore il bene comune? Immediata risposta potrebbe essere: chi più del centrodestra difende la famiglia, i valori cristiani, l’educazione, il bene comune?
A riguardo, riporto dei fatti e qualche domanda.
1. L’assegno unico familiare, misura più rilevante a sostegno delle famiglie (per quanto perfettibile), è stato promosso dalla ministra Bonetti (candidata del terzo polo) e non promosso direttamente dal centrodestra, per quanto l’abbiano votato.
2. Quali sono i valori cristiani difesi dal centrodestra rispetto ai migranti? “Prima gli italiani” è uno slogan davvero cristiano? Sventolare (e strumentalizzare) un rosario rende qualcuno a me vicino? Ma soprattutto, appoggiare a diverso titolo Stati semi-autoritari (Ungheria) o dittature (Russia) come può essere giustificato? Due giorni fa Berlusconi (presunta espressione moderata della coalizione) ha parlato della guerra della Russia contro l’Ucraina come un tentativo di Putin di mettere un governo decente al posto di Zelensky. Non credo che questi punti rispecchino esattamente la dottrina sociale della Chiesa.
3. Sull’educazione e quindi la scuola, l’editoriale di venerdì dice tutto: dai programmi si deduce non sia una priorità. Il fatto che diversi partiti supportino la libertà educativa è positivo, ma al contempo non si può pensare di lasciare la scuola così come è. Come si intende affrontare il tema dei 543mila abbandoni annui? Come si intende aggiornarsi ai cambiamenti dell’ultimo secolo? C’è la seria intenzione di individuare le aree in cui sia necessario migliorare e dare indicazioni precise alla scuola?
4. Io sono spaventato dalle continue proposte di scostamento di bilancio da parte del centrodestra, dall’abbassamento dell’età pensionabile, dall’innalzamento delle pensioni minime a 1000 euro a prescindere dai contributi versati, dalla flat tax, in generale dal costo stimato del loro programma. Tutte queste proposte hanno due punti in comune. Primo, l’ottica è sul breve periodo: possono (ma sono scettico) aiutare nei prossimi anni, ma sono rivolte in particolare ad una fetta di popolazione che, guarda a caso, è quella che ha maggior peso alle elezioni essendo la più numerosa. Secondo: chi subirà le maggiori conseguenze? I giovani come me, che si ritroveranno a pagare queste misure miopi e dannose, che al contempo non avranno aiutato in alcun modo l’economia nel medio-lungo periodo. Questo è lavorare per il bene comune? Io non me la sento di dare il mio voto ad una coalizione correndo il serio rischio di doverne pagare le conseguenze in maniera così ingente.
Torno quindi alla considerazione da cui sono stato provocato: “i partiti di centrodestra, a noi più consoni e affini per concezione della società e dell’uomo”. Davvero quanto ho detto dei partiti del centrodestra è più consono ed affine per la nostra concezione dell’uomo?
Andrea Viola
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