Egr. Direttore,

ho letto la lettera del meridionale che ha avuto la fortuna di poter portare sua mamma a Milano dove è stata operata e così poter godere di quindici anni di vita in più. 

Mi viene perciò doveroso portare anche la mia testimonianza di “terrone”, come ci chiamate voi al nord,  miracolato a Milano, e non una volta soltanto, ma ben quattro volte.



Nel 1998, quando, per una grave patologia, mi vedevo ormai destinato a trascorrere il resto della vita su una sedia a rotelle, dietro consiglio di un amico medico, mi misi in contatto – con una semplicissima telefonata e senza alcuna conoscenza diretta -, col Primario del reparto di neuroradiologia del Niguarda, l’allora dr. Scialfa.



Lo stesso con tanta semplicità e disponibilità, da lasciarmi impressionato, dopo avergli esposto la mia patologia e letto il referto della RMN, organizzò il mio ricovero, prima nel suo reparto e dopo pochi giorni in neurochirurgia dove  fui operato dal dr. Collice (di origine calabrese) grazie al quale ripresi a camminare, sia pure con l’ausilio di due stampelle.

Successivamente, nel 2005, 2017 e 2018 ho dovuto ricorrere ancora alle cure neurochirurgiche del Niguarda  a causa delle multiple ernie cervicali che mi paralizzavano gli arti superiori.

Questa volta fui operato dal bravissimo dr. D’Aliberti (anche lui meridionale) grazie al quale sono tornato normale.



Ora anch’io come il sig. Novello non capisco perché si cerchi di screditare la sanità lombarda così efficiente e piena di professionisti eccellenti.

E’ facile in tempi di assoluta e gravissima crisi  denigrare chi opera con tante difficoltà.

Ma sono sicuro, egregio direttore, che se l’emergenza fosse iniziata al sud, le cose sarebbero andate molto peggio, e certamente non per scarsa professionalità dei nostri medici, ma per la mancanza di strutture idonee.

E per carità non facciamo commissariare la sanità lombarda, come pare vorrebbe fare il ministro della salute (sic !).

Inoltre mi sembra doveroso precisare che non dovrebbe esistere  differenza tra nord e sud, tant’è che nelle efficienti strutture del nord sono stato operato da due meridionali e in questo periodo di emergenza alcuni malati del nord sono stati curati e guariti nel sud.

La sanità non dovrebbe avere pregiudizi e divisioni.

Mi corre l’obbligo però spezzare una lancia anche a favore della sanità calabrese dove oggi abbiamo alcuni centri di eccellenza. (Vedi centro di neurogenetica di Lamezia Terme, conosciuto a livello nazionale). Ma purtroppo, come lei saprà sicuramente, i politici non consentono ai nostri medici di fare di più. Mi riferisco non solo alla mancanza di attrezzature e macchinari moderni, ma soprattutto alla mancanza di fondi. 

Grazie per l’attenzione.

Antonio La Chimia

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