Egregio direttore,
sono un agricoltore, ho più di 60 anni, ho fatto la terza media ma la mia carenza di istruzione non mi fa alterare la realtà. Le scrivo un po’ arrabbiato da Imola.
Vi informo su quello che è successo in Romagna:
1) le campagne sono state abbandonate, sopratutto nelle zone montane e nessuno tutela il territorio. Certe zone non danno o danno meno reddito;
2) la manutenzione dei fiumi non viene fatta: nei letti dei fiumi vengono fatti crescere molti alberi. A questi si aggiungono i molti rami secchi trasportati dalla corrente verso valle, che vanno a formare dighe lungo il corso dei fiumi. Questo riduce anche dell’80 per cento il deflusso delle acque piovane rendendo più facile la rottura degli argini.
A Spazzate Sassatelli (frazione di Imola) il livello dell’acqua è più basso di circa 4 metri rispetto a cinque chilometri a monte dove si è rotto l’argine del fiume Sillaro che ha inondato le campagne.
Se qualche agricoltore o persona di buona volontà intende pulire il letto del fiume, rischia sanzioni o la reclusione. Ci sono aziende che in cambio del legno asportato pulirebbero il corso dei fiumi a costo zero.
È semplicistico dare la colpa al cambiamento climatico, bisognerebbe invece dire che non si è stati in grado di capire come tutelare il territorio e aiutare nel territorio chi prova di sopravvivere.
È falso dire che i giovani ritornano in campagna. No, numeri alla mano nelle campagne i giovani diminuiscono continuamente anche perché in campagna c’è da farsi un mazzo così, con un reddito molto basso.
Non intendo essere offensivo, spero che abbia capito il senso della mia mail. Grazie dell’attenzione
Roberto Baroncini
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