In pochi giorni una serie di fatti dolorosi si sono susseguiti sfidando la resistenza umana di ogni lettore di cronaca: due ragazze nel fiore della giovinezza travolte da un treno nella stazione del paese dei divertimenti dopo una notte nelle discoteche dell’entroterra; una donna matura ed ammalata accompagnata orgogliosamente alla “liberazione” del suicidio per evitare un “inferno” di solitudine e dolore; un uomo alle prese con il proprio lavoro precario ucciso in due minuti furiosi da un passante in preda ad un’ira patologica e non curata.



Nessun apparente nesso di causa tra questi fatti; un effetto però li accomuna saldamente: sono insopportabili, spezzano il cuore umano fatto per altro e desideroso di pace, di bellezza e magari di riposo estivo. Li accomuna anche la loro possibile alternativa: un atto di spassionata carità, un poco di stima per la vita propria e altrui, un gesto di condivisione e cura.



Alcuni giorni fa si sono svolti a Buccinasco i funerali di Francesco, gravemente disabile fin dai primi anni di vita, morto a 36 anni ed accudito e curato in casa da due genitori splendidi: una famiglia sobria e luminosa per tutto il paese.

In queste settimane estive stanno andando in vacanza a gruppi, per qualche giorno ciascuno, una quarantina di ospiti di una comunità psichiatrica ad alta intensità di cura accompagnati da alcuni educatori: hanno recuperato a fatica i soldi necessari, hanno individuato luoghi ed ambienti adatti, stiamo implicando qualche responsabilità. Stessa cosa per un gruppo di malati di Aids. Che contentezza per quei ragazzi e per quel che è rimasto delle loro famiglie, che soddisfazione per gli operatori. Chissà quante altre iniziativi simili e migliori. Che corrispondenza al desiderio del cuore vedere un simile spettacolo.



La vita, quella propria o quella altrui, può essere abbracciata o frantumata e questo ha un nesso con il bene o con il male per se e per tutti.

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