Le Regioni entrano in tackle sul nuovo Dpcm in fase di gestazione da parte del governo. Con una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, è stato il governatore della Regione Emilia Romagna, nonché presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ad avanzare pesanti dubbi sulle misure contenute nella bozza del provvedimento presentata nel pomeriggio di sabato. I governatori hanno inoltre chiesto di inserire nel decreto l’impegno a riconoscere ristori adeguati ai settori che saranno più colpiti dalla stretta anti-Covid. Dalle Regioni anche la richiesta all’esecutivo di rivalutare le chiusure di bar e ristoranti; di non chiudere gli impianti sciistici e di sottoporre a tampone solo i sintomatici e i conviventi di chi ha contratto il virus. Stefano Bonaccini, nella lettera in possesso di AdnKronos, scrive infatti: “In via generale si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento oggetto del presente parere, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri competenti“.
LETTERA REGIONI A CONTE SU DPCM
Nella missiva indirizzata al governo, Bonaccini muove le “osservazioni al Dpcm” con la richiesta delle conferenze delle Regioni, richiedendo al punto uno “l’estensione della didattica a distanza al 100% per le scuole secondarie superiori e per le università“; al secondo punto, invece, “al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell’operatore di sanità pubblica“. Il terzo punto è uno di quelli che più caratterizza il Dpcm in procinto di essere partorito dal governo, la stretta su ristoranti e bar: “Prevedere l’orario di chiusura per i ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l’obbligo di chiusura domenicale“. Al punto quattro la conferenza delle Regioni chiede di tenere aperti gli impianti nei comprensori sciistici, mentre al quinto e ultimo punto si chiede di “prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie“. La lettera si conclude sottoponendo all’attenzione del governo la necessità di “valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc., anche valutando i dati epidemiologici di riferimento; prevedere nel Dpcm un impegno da parte del governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure“.