Caro direttore,
da vecchio insegnante di filosofia, quando sento parlare di libertà mi si rizzano sempre le antenne. E naturalmente anche tutte le invocazioni alla “libertà” innalzate per opporsi al green pass mi hanno incuriosito.

E mi hanno riportato alla mente l’antichissima tradizione europea, che da Aristotele arriva fino al liberalismo moderno, che associa sempre in maniera indissolubile libertà e responsabilità: la libertà porta come suo correlativo inseparabile il fatto che delle mie azioni rispondo io.



Mi spiego con un esempio semplicissimo. Io sono un guidatore piuttosto indisciplinato. Sono profondamente convinto che i limiti di velocità che il Codice della strada mi impone sono in un sacco di casi irragionevoli, e mi sono trovato più volte a superarli. E regolarmente mi arrivano a casa raccomandate con multe salate.



Io sono profondamente convinto che i limiti di velocità siano un’ingiustificata violazione della mia libertà di guidare come mi pare: perché in Germania in autostrada posso andare a duecento all’ora e in Italia no? E allora mi riprendo la mia libertà, e supero i limiti. Ma le conseguenze di questa libera scelta le pago io (e a furia di pagare, nel tempo mi sono rassegnato a rispettare i limiti…).

Generalizziamo. Una comunità – uno Stato, un Comune… – decide che un comportamento (nell’esempio, l’eccesso di velocità) è pericoloso per la comunità stessa, impone una regola, e chi trasgredisce la regola viene sanzionato. Anche se ritiene che la regola sia sbagliata. Qualcuno pensa che dovremmo abolire il Codice della strada perché limita la libertà dei cittadini di andare alla velocità che preferiscono, di parcheggiare dove vogliono eccetera? Non credo…



Veniamo ai vaccini. Io decido di non vaccinarmi. Liberissimo di farlo. Ma chi paga le conseguenze della mia libera scelta? Le pagano tutti. Le regioni diventano gialle arancioni rosse, i ristoratori chiudono, gli altri cittadini non possono andare al ristorante, al cinema, allo stadio… Sarebbe come se, dato che io vado a cento all’ora e la strada diventa pericolosa, anziché multare me lo Stato chiudesse quella strada e vietasse a tutti di passarci.

Viceversa, la responsabilità della mia azione appartiene a me. Allora, se io decido di non vaccinarmi – liberissimo di farlo – io non vado al ristorante, non salgo su un aereo, non entro allo stadio. Perché la conseguenza della mia libera scelta deve ricadere sugli altri?

La libertà è una cosa seria, se la vogliamo dobbiamo farcene carico per intero, non prendere il comodo per noi e scaricare le conseguenze sugli altri.

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