E’ giallo sulla lettera di Giovanni Tria inviata alla Commissione Ue: il Mef ha smentito le indiscrezioni delle ultime ore, ma Adnkronos rilancia. L’agenzia di stampa ha pubblicato il testo integrale ricevuto, sottolineando che la stessa lettera era stata preventivamente mandata anche ad altri uffici istituzionali. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che «la bozza di lettera da inviare alla Commissione europea è stata da poco ricevuta dal presidente Conte, che non l’ha quindi ancora approvata. Peraltro la versione che è stata anticipata dagli organi di informazione non è quella che in questo momento è in visione al presidente Conte. Il presidente del Consiglio ha appena sentito telefonicamente il ministro Tria e ha concordato con lui di sollecitare tutte le verifiche, anche giudiziali, affinché chi si è reso responsabile di tali fughe di notizie false sia chiamato alle conseguenti responsabilità». M5s e Luigi Di Maio hanno replicato con durezza alle indiscrezioni: «Non ho avuto ancora il piacere di leggere la lettera preparata dal ministro Tria all’Unione Europea, ma apprendo che prevede tagli alla spesa sociale, alla Sanità, a Quota 100, al Reddito di Cittadinanza. Ma stiamo scherzando? Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste! Magari è utile fare un vertice di maggioranza con la Lega insieme al presidente Conte e allo stesso Tria, così sistemiamo insieme questa lettera, prima che qualcuno la mandi a Bruxelles!», le parole del leader politico grillino. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LETTERA TRIA: “TAGLI A POLITICHE WELFARE”

Lettera Ue, il ministro dell’Economia Giovanni Tria è pronto ad inviare la risposta alla Commissione europea dopo il “richiamo” ricevuto mercoledì. Ecco un passaggio del testo del titolare del dicastero del Tesoro riportato dai colleghi di Adnkronos: «Dal lato della spesa, il governo sta avviando una nuova revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022. Inoltre siamo convinti che una volta che il programma di bilancio sarà finalizzato in accordo con la Commissione europea, i rendimenti dei titoli di Stato italiani diminuiranno e le proiezioni relative alla spesa per interessi saranno riviste al ribasso». Ricordiamo inoltre che il vice ministro dell’Economia Massimo Garavaglia ha sottolineato che i risparmi derivanti dal minore utilizzo dai fondi per il reddito di cittadinanza rappresentano «una copertura che va maneggiata con cura, l’intenzione del Governo è quella di utilizzare i risparmi per ridurre le pendenze che abbiamo con l’Europa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SPREAD A OLTRE 290 PUNTI: LA SFIDA-SALVINI

Nel giorno in cui il Ministro dell’Economia Giovanni Tria dovrà rispondere ufficialmente alla Lettera Ue sul debito pubblico, lo spread tra Btp e Bund tedeschi non brilla certo e non funge da buon viatico per le prossime settimane di contrattazioni. Il differenziale sale oltre la soglia di 290 punti (oggi 291,4 punti contro i 283 della chiusura di ieri sera, ndr): non solo, il rendimento del titolo decennale italiano sale al 2,73%. Male di conseguenza l’apertura di Piazza Affari con un calo netto sotto di 1,19% a 19.710,21 punti e i timori dei mercati che il Governo italiano non riesca a porre freno alla crescita del debito ma anzi lo aumenti ancor di più con le politiche di spesa pubblico viste finora nella prima Manovra di Bilancio dello scorso anno. Bruxelles nella lettera ha annunciato di star valutando la preparazione di un rapporto ex articolo 126.3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ovvero quello che disciplina la violazione del criterio del deficit o di quello del debito. Le discussioni sulla risposta italiano inizieranno il prossimo 5 giugno e fino ad allora, salvo dichiarazioni di completa rassicurazione da Roma, lo spread potrebbe continuare a “minacciare” la nostra economia e più in generale le economie continentali.



SALVINI E CONTE “RASSICURANO” LA UE

Sarebbe in scadenza per oggi la risposta del Governo italiano alla lettera Ue giunta nei giorni scorsi da Bruxelles per avvertire l’Italia della concreta possibilità di una procedura d’infrazione al nostro Paese (e sarebbe la prima vera “maxi multa” nella storia della Unione Europea, ndr) per il debito eccessivo e il rapporto Deficit/Pil insoddisfacente. Come annunciato ieri dopo il vertice al Ministero delle Finanze tra Matteo Salvini e Giovanni Tria, l’Italia «eviterà la procedura di infrazione perché l’economia, dopo la brusca frenata di fine anno, ora è in ripresa, l’azione del governo la sta accompagnando e il deficit potrà fermarsi anche sotto il 2,4% senza bisogno di una nuova manovra». Ottimismo “sparso” dal Mef, con il placet del Premier Conte, nel momento di massima crisi del M5s e laddove i rapporti tra Salvini e Di Maio sono in fase di “ripartenza” dopo il voto di ieri sulla piattaforma Rousseau che ha “scongiurato” un cambio di leader in casa 5Stelle. Tria si è detto tranquillo rispetto ai rapporti con Bruxelles assicurando poi tutti che anche la Lega è d’accordo col rispettare le regole Ue.

LETTERA UE, COSA RISPONDERÀ IL GOVERNO CONTE?

In attesa di capire cosa sarà contenuto in quella lettera di risposta ai commissari Moscovici e Dombrovskis, il Governo si muove praticamente solo in casa Lega in queste ore, con Di Maio “frenato” dai guai interni e dal tentativo di ricostruire la propria leadership “macchiata” dalla sconfitta bruciante alle Elezioni Europee. «Abbiamo avuto un’ora e mezza di confronto col ministro dell’Economia sulla lettera (della Commissione Ue sul debito, ndr) cui risponderemo educatamente con numeri e dati positivi ed evidenti che metteranno al riparo il Paese da ulteriori lettere o infrazioni. Fortunatamente lo Stato sta incassando più del previsto e spendendo meno e ci sono segnali evidenti di ripresa», spiegava ieri Salvini mentre Tria durante il festival dell’Economia in Trentino ha ripetuto «le manovre correttive non servono, la nostra risposta è diretta a spiegare alla Commissione europea quanto è accaduto e a dare spiegazioni su quello che ci hanno chiesto nella lettera». Non solo, secondo il vicepremier «per il 2019 siamo abbastanza tranquilli di raggiungere se non migliorare gli obiettivi concordati con Bruxelles». L’obiettivo è quello di non aumentare le tasse, anzi di ridurle (Flat Tax) e di non aumentare l’Iva, cosa mai del tutto accantonata da Tria: il tutto rispettando gli obblighi della Commissione Ue e dando respiro alla crescita del Paese. L’impresa se non impossibile è quantomeno ingente, il Governo lo sa e spera di poter negoziare con Bruxelles nel momento in cui la stessa Commissione Europea è in “scadenza” dopo il voto del 26 maggio.