Caro direttore,
sono uno dei “bottegai” richiamati da Stefano Cingolani nel suo ultimo articolo. Ho un negozio che dà lavoro a 4 dipendenti e dunque contribuisce al sostentamento di 5 famiglie, compresa la mia, per un totale di 18 persone.
Aggiungo un dato elementare all’analisi di Cingolani, sperando possa contribuire a dare un peso più adeguato alla questione dei pagamenti tramite pos che nell’articolo si cita in maniera fugace e a mio avviso sottostimata.
Nel 2018 grazie alle commissioni bancarie pagate per ogni singola transazione tramite pos, ho gravato il mio bilancio per circa 13.000 euro. Vado a memoria scrivendo di getto da casa mia, senza dati certi. Ma che siano 11 o 14 poco cambia.
Quindi, ho sostenuto quella spesa al solo scopo di permettere al cliente il pagamento elettronico senza alcun beneficio diretto per la mia azienda e a tutto vantaggio della mia banca.
Considerando che le transazioni via pos rappresentano circa la metà dei pagamenti, se andasse a regime il proposito di questo governo, in futuro vedrei il mio bilancio peggiorato grazie ad una spesa non più di 13mila, ma di 25-26.000 euro. Con quali benefici per l’azienda e le 18 persone che più o meno ne beneficiano? Nessuna.
E la mia banca? Sarà felicissima, vedendosi gratificata di una cospicua somma senza aver mosso una paglia.
Ma vorrei far notare che 26.000 euro sono più o meno il costo di un dipendente.
Bene: cosa farà il “bottegaio” quando vedrà il suo bilancio che dal misero pareggio del 2018 si trasformerà in pericolosa perdita?
Avendo già ridotto all’osso le spese, visto che, se qualcuno ancora non lo sapesse, il commercio è in crisi nera costantemente crescente almeno dal 2007, il “bottegaio” non potrà che fare l’unica cosa possibile: ridurre il personale.
Risultato: 4 persone della mia azienda avranno un grosso problema economico, la mia azienda un grosso problema organizzativo, la mia banca godrà a più non posso, il governo non avrà beneficiato di un bel nulla, dal momento che già gli scontrini li facciamo tutti.
Intanto però per i grandi evasori non sarà cambiato nulla. Quanti finanzieri sono occupati a controllare i numerosi “bottegai”? Vi dò un dato: circa 10 anni fa ebbi un accertamento la notte di ferragosto alle ore 23 in orario di chiusura del negozio. Otto persone tra finanzieri e ispettori del lavoro “irruppero” a mo’ di blitz nel mio negozio. Bloccarono e interrogarono i dipendenti con fare aggressivo. Intimarono con modi bruschi e risoluti ad una di loro di uscire immediatamente dal bagno ove, ignara di tutto, era intenta ad espletare i suoi bisogni fisiologici.
Il giorno seguente tornarono in due per approfondimenti e passarono una mezza giornata dal mio commercialista ad esaminare per i 5 anni precedenti tutte le buste paga. Il giorno successivo fummo convocati presso il comando della guardia di finanza io e l’altro mio socio per fornire chiarimenti ad altri 3 finanzieri. Fummo tutti impegnati per non meno di 3 ore per poi recarci dal comandante per un’altra mezzora. Un trattamento che nemmeno Totò Riina. Cosa trovarono? Trovarono che in piena stagione estiva 2 dipendenti per una settimana ciascuno non usufruirono del riposo compensativo settimanale. Cosa peraltro dichiarata candidamente in busta paga. Il resto tutto più che regolare. Quale sanzione per cotanta “frode”? 6.000 mila euro di multa, moltiplicato per due essendo appunto due gli amministratori. Poi la sanzione si ridusse alla metà.
Operazione magnifica che ha impiegato almeno 14 persone delle forze dell’ordine per perseguire un’azienda più che virtuosa a cui estorcere una miseria per lo Stato.
Questa è la realtà dei “bottegai”.
Conclusione: è evidente che chi sta al governo non ha la minima idea di cosa sia un’azienda. Incompetenza gravissima che diventa devastante quando si unisce, e a mio avviso è questo il caso, a forze nascoste di cui molti di tali politici non possono che essere al soldo.
D’altro canto, quanti grandi evasori dovranno avere paura con le nuove misure? Direi proprio nessuno. Quanti potrebbero scovarne spostando i controlli delle forze dell’ordine su questi e quanto ne ricaverebbero? Come aumenterebbe la “produttività” di ciascun finanziere se li impiegassero in attività più remunerative? Datevi da soli la risposta.
Il già acclarato teorema di Pareto aiuterebbe a capire che il 20% dei contribuenti genera l’80% dell’evasione. Ma sempre si agisce a rovescio.
Un fiero bottegaio



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