Ci sono avvocati capaci di risolvere conflitti aspri e impervi inerpicandosi su sofismi complessi. Ma pochi sanno compiere invece altrettante magie semplicemente usando il cuore come penna. Perché, quando questi due strumenti s’incontrano, alea iacta est. E’ il caso di Laura Gaetini, 50 anni splendidamente portati, tra i maggiori avvocati rotali e matrimonialisti italiani.



Torinese, ha appena terminato il parto di ‘Un padre su misura’, seconda prova da scrittrice dopo l’ottima partenza in libreria qualche anno addietro, nel 2015, con ‘Desiderare la donna d’altri’.

Un volume che, dopo un settennato di crescita e maturazione personale e professionale insieme, l’autrice rilascerà sul mercato il prossimo ottobre. Una nuova avventura editoriale che affronta da un’angolazione diversa e con una visuale inedita, come recita il sottotitolo del volume di complessive 285 pagine, “Storie di genitori e figli attraverso biografie illustri”.



Pubblica anche in questo caso la cuneese Araba Fenice, prefazione di Mattia Feltri: figlio di quel Vittorio illustre che invece la firmò per l’opera prima. Di padre in figlio, giustamente, tanto per restare in argomento.

Un tema attuale, quello che appare in copertina. Specie in un’era contraddistinta e altresì dominata da confusione e genitorialità smarrite, rilette attraverso il ricorso al racconto che affonda le radici nel passato: che si fa materia di condivisione per una contemporaneità per lo più senza redini, desiderosa di ricevere indirizzo, consiglio e direzione.

In tutto dieci brillanti e coinvolgenti spaccati che strizzano l’occhio al ritratto del rapporto che sussiste tra i personaggi protagonisti scelti dall’autrice, e i loro genitori maschili. Figure che paiono uscire da una sceneggiatura quasi teatrale, come nel caso didascalico di Coco Chanel. Oppure sottolineare preziosi e deliziosi chiaroscuri come invece per Albert Einstein e figlio.



Idem per Hitler, Mussolini, Stalin, Gandhi, Pasolini, Peppino Impastato, spingendosi con arguta intelligenza e altrettanto ammirabile ardore sino a quell’ icona multiforme che porta il nome altisonante di Solimano il Magnifico.

Si scoprono così, proseguendo nella lettura, sentieri ombrati pronti a posarsi come un velo delicato sulle fragilità di nomi e facce che abbracciano archi temporali lunghi e complessi. Rendendoli più simili al lettore. Avvicinandolo al personaggio di volta in volta trattato mediante il ricorso a uno stile narrativo che, con sintesi e altrettanta efficacia, ne svela empaticamente angoli, spigolature e simmetrie in cui ciascuno può tranquillamente ritrovare una parte di sé. Delle proprie origini.

Scorrono dunque, veloci come istantanee, immagini in bianco e nero in cui a dare il colore è l’emozione soggettiva di chi s’imbatte in queste pagine dense e intense. Grondanti di particolari che affascinano, sublimandone la percezione, la ricerca storica ampia e complessa alla base della rilettura in capo alla mano e alla mente dell’autrice, che già solo per questo appare inequivocabilmente degna di menzione.

Perché, quando le parli guardandola negli occhi, riscopri a ogni nuovo incontro d’anime lo stesso animo genuino di un bambino. Pronto a emozionarsi, a commuoversi. Ansimante, combattuto e combattivo insieme, ma sempre incline a un’interazione che sia fa dialogo e ascolto, raccolto e confronto.

Specie per chi come lei, alla stregua di un professionista della mente, condivide giornalmente lo stilema evolutivo di un nesso di causa-effetto in continuo mutamento. E soprattutto mai eguale a sé stesso, quale quello che unisce e interpone in relazione padre e figlio nei contesti giuridico-sociali più svariati e molteplici che dipingono gli scenari e orizzonti quotidiani più in voga e diffusi.

Vista la predominanza – all’interno della cerchia delle opzioni narrative di cui sopra tratteggiate dall’autrice – dell’interesse verso dittatori comunque indiscutibilmente carismatici, mi domando che cosa potrebbe mai eventualmente emergere della figura altrettanto affascinante di un Putin alle prese con il proprio padre.

Di una cosa, comunque, sono pienamente certo. Che l’Avvocato Laura saprebbe raccontarlo splendidamente.