Non c’è una sola Africa. Ce sono 54, quanti sono i Paesi che compongono un continente fortemente frammentato, con altissime differenze di reddito e di qualità di vita tra uno Stato e l’altro. E con ampie disuguaglianze anche all’interno dei singoli Paesi, soprattutto tra città e periferie, tra realtà moderne e tanti altri luoghi dove la storia si è fermata.
Un continente, tuttavia, che negli ultimi anni ha vissuto e sta vivendo alcune grandi trasformazioni a livello politico ed economico. Con un impulso vitale e decisivo da parte di presenze occidentali che, ben diversamente dal passato coloniale, portano un vento di solidarietà su molti fronti. È il caso dei missionari, con una presenza in qualche caso secolare, così come è il caso delle Png (organizzazioni non governative) che hanno intensificato negli ultimi anni la loro presenza soprattutto nei campi assistenziali e sanitari.
Tra queste si possono ricordare l’Avsi, al primo posto per progetti implementati o comunque sostenuti, il Cesvi, la Comunità di Sant’Egidio e, al primo posto per numero di collaboratori, Medici con l’Africa Cuamm, una sigla che sta per Collegio universitario aspiranti medici missionari, il nome con cui questa realtà è nata a Padova nell’immediato dopoguerra
Proprio alle esperienze dei Medici con l’Africa è dedicato il libro che il giornalista Giuseppe Ragogna ha scritto (“Con l’Africa, storie e persone che costruiscono il futuro”, Ed. Nuova dimensione, pagg 260, € 18) dopo un’intensa conoscenza sul campo dell’attività delle operatrici e degli operatori in molti tra i Paesi più poveri.
L’immagine dell’Africa che viene fuori dalla sua testimonianza – scrive Piero Badaloni nell’introduzione – è quella di un continente con tante difficoltà, ma anche pieno di speranze, che soffre, ma lo fa con grande dignità. Quello che colpisce dalle storie di tanti medici volontari del Cuamm è la grande difficoltà nel lavoro quotidiano, l’enorme disuguaglianza dei mezzi a loro disposizione rispetto a chi opera negli ospedali italiani”.
Ma passo dopo passo, in situazioni difficili, di fronte a realtà che appaiono insuperabili emergono i valori della comprensione e dell’operosità. E anche i tanti silenziosi successi sul fronte della lotta alle malattie e alla povertà.
Un libro, quello di Ragogna, che non vuole essere, e non è, un’analisi sociale, politica o economica, ma una testimonianza di tanti incontri in realtà e situazioni diverse, con operatori giovani e meno giovani tutti accomunati da una grande speranza e altrettanta buona e operosa volontà. E allora ci sono le storie di donne, di uomini, di bambini con le loro povertà e le loro malattie, e in queste storie si legge la realtà di un mondo che chiede più condivisioni umane che soluzioni tecniche, che peraltro non possono mancare. Ed è da queste storie, più che dai freddi numeri delle statistiche, che emerge la vera realtà di un continente in profonda trasformazione.
Ed è anche per questo che la linea di fondo del libro è nella prima parola del titolo: con. Perché “Con l’Africa” significa essere uniti, condividere un destino, accettare la realtà con la volontà di cambiarla insieme.
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