“Dopo il funerale, la prima persona che mi ha parlato è stato Giussani, dicendomi che mio padre sarebbe restato per sempre, anzi, più di prima, e avrebbe fatto opere più grandi che in vita”.
Dev’essere accaduto proprio così, come Maria Piccinini ha raccontato già il 2 giugno 1999, a sette giorni dalla morte di suo padre, e com’è documentato nel nuovo libro Amico carissimo. Enzo Piccinini nelle sue parole e nei racconti di chi lo ha conosciuto, che ha già avuto una prima edizione Bur a maggio 2024, una seconda edizione Bur Rizzoli Saggi, sempre lo scorso maggio, mentre ora è attesa la terza edizione, perché il testo è letteralmente andato a ruba.
Scritto da Pier Paolo Bellini, detto Widmer, e da Chiara Piccinini, la figlia maggiore di Enzo, sin dal primo capitolo il libro è definito come “una sorta di autobiografia dettata da Enzo stesso”, perché, attraverso la consultazione delle trascrizioni degli incontri pubblici da lui tenuti, conservate dalla Fondazione che gli è stata sin da subito dedicata, riporta “le parole a tutt’oggi inedite che hanno infiammato la sua esistenza, resa intelligente e integrale come prospettiva, illuminato la sua struttura umana, uguale a quella di ciascun uomo e donna di questo mondo, e segnato la vita di tantissimi giovani portandoli a fare seriamente i conti con la dimensione metafisica attraverso un incontro molto fisico”.
Infatti, gli stessi autori ritengono di aver “semplicemente collegato le parole che ha detto Enzo, l’ideale che lo sosteneva, con ciò che le persone intorno hanno ricevuto, con ciò che è stato trasformato dalla sua vicinanza”. Però, questo terzo testo dedicato alla vita di Enzo (il primo, Enzo Piccinini. L’avventura di un’amicizia di Emilio Bonicelli, è del 2009, mentre il secondo, Ho fatto tutto per essere felice, è di Marco Bardazzi (2021); entrambi sono stati tradotti in inglese e in spagnolo), si avvale anche delle testimonianze di 97 amici, che raccontano l’impatto con la sua vita e il cambiamento che ne è nato.
Ad esempio, nella sua testimonianza monsignor Massimo Camisasca rivela, tra l’altro, che “È difficile per me parlare di Enzo (…). La fonte del mio disagio è il senso di inarrivabilità che ho sempre provato accanto alla sua persona (…). Alla fine degli anni 70 (…) mi impressionava la bellezza e la forza dell’amicizia di Enzo con i suoi ragazzi, un patto per la vita. Non era ancora l’Enzo di Bologna, colui che sarebbe stato il creatore di un popolo numeroso di cui ancora godiamo la fioritura nei figli e nei nipoti”.
Un’altra testimonianza riportata nel testo è quella del cardinale Angelo Scola che, tra l’altro, racconta “(…) l’impressione che fin dal primo incontro Enzo suscitò in me. Mi colpì il suo temperamento solare e la sua dedizione a Gesù senza se e senza ma, così come il suo impegno indomito che lo portò a sobbarcarsi un ritmo di vita umanamente quasi impensabile. La sua stessa morte è risultata come l’offerta totale di sé al Dio vivo che egli amava con tutte le sue forze (…). Quando il mattino del 26 maggio 1999 mi raggiunse la notizia della sua dipartita mi trovavo in Vaticano e sentii l’urgenza di recarmi in San Pietro per una preghiera. Fu lì che compresi che la morte di Enzo, al di là del dolore dei suoi famigliari e di tutta la compagnia di Comunione e Liberazione, non sarebbe stata una perdita. Il tempo che passa (…) e l’iter per la sua beatificazione lo dimostrano”.
Ma tutte le altre tantissime testimonianze documentano la rivoluzione cristiana che Enzo ha vissuto e portato nella vita di moltissimi amici, grati ancor oggi per quell’incontro travolgente. Ed è proprio uno dei due autori, Pier Paolo Bellini, ad affermare che “dopo 40 anni dal mio incontro con Enzo, rileggendo cose che ho sentito nei 15 anni di vita comune con lui, sono qui a dire che c’è ancora tanto da capire di ciò che ha detto a tanti amici, qualcosa da scoprire, di cui meravigliarsi, commuoversi, sorridere, come tanti mi hanno testimoniato a seguito della lettura di questo libro, che è il terzo testo scritto su di lui dalla sua morte, ma penso che ne usciranno ancora tanti, dato che il materiale è tantissimo e aumenterà perché l’azione di Enzo sta continuando. Mi son sentito in dovere di raccontare da dentro ciò che è accaduto, perché, forse, sono uno di quelli che ha visto di più l’azione di Enzo soprattutto dal punto di vista educativo, con i ragazzi universitari e cosa voleva dire tentare di stargli dietro”.
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