È il 19 marzo 2021. Davide Fiorillo, pur così piccolo – ha otto anni – ha già alle spalle un calvario di sofferenze, da quando gli è stata diagnosticata una forma di leucemia che non lascia scampo. Vive in un paesino calabrese, con i genitori e il fratello maggiore Antonio. Sfiancato dai continui ricoveri, ma irrequieto e vivace come tutti i bambini, ignora che ha solo tre mesi di vita. La madre Elisa gli è sempre vicina. Non è donna di chiesa e rosari, ma quel giorno si lascia andare e confida al figlio: “Lo sai Davide, tutti noi abbiamo un Angelo custode che ci protegge, vedrai che il tuo ti farà fare dei bei sogni, ti aiuterà a dormire bene e ti farà stare tranquillo”. Lui replica sicuro: “Ma io quando dormo ne vedo tre e se chiudi gli occhi li vedi pure tu”. La mamma è sorpresa e turbata. “Ma io non posso vederli”, esclama, “mi dici tu come sono?”. La risposta arriva d’un fiato: “Sono belli e sono di ghiaccio, con le ali, l’aureola, vestiti di bianco, con i capelli corti e bianchi”. Elisa, sempre più stupita: “Ma cosa fanno? Dove sono?”. E Davide, con naturalezza: “Mi sorridono e sono sul mio lettino […] mi fanno stare bene quando sono con loro”.
Viene subito informato papà Salvatore, che si commuove. I genitori, che lo conoscono bene, non hanno dubbi: dice la verità. Quelle parole, che documentano l’irruzione del soprannaturale nelle loro vite, li spiazza. Ma mentre Salvatore avverte nel cuore che Dio esiste e sta “rispondendo” al loro dolore, Elisa vi coglie la certezza di un esito difficile da accettare: il loro bambino se ne sta andando.
Quella giornata si conclude con una domanda sconcertante di Davide: “Papà, prima che mi addormenti, dimmi: che cosa devo dirgli (agli Angioletti)…?”. Ma Salvatore non fa in tempo a rispondergli: il piccolo crolla per il sonno. Seguiranno giorni di avvenimenti straordinari: dal clima cupo di fronte a una malattia incurabile, che getta nello sconforto, si passa a un’atmosfera del tutto diversa, piena di gioia e serena accettazione del volere del Padre. Una storia fuori dal comune, descritta nel libro-testimonianza di Costanza Signorelli Davide. Il bambino che parlava con gli Angeli (Ares, 2024). Il racconto è diviso in due parti: la prima ci fa conoscere le sofferte vicende vissute dalla famiglia Fiorillo fino alla vigilia della rivelazione sugli Angeli; la seconda, basata sul diario di mamma Elisa, è una porta aperta verso il Cielo.
Torniamo a quel 19 marzo. Dopo aver saputo degli Angioletti, Elisa chiede al figlio: “Davide, tu dici che esiste il Paradiso?”. Lui non può sapere nulla del Paradiso, perché in famiglia non se ne è mai parlato, ma subito risponde: “Sì, i miei Angioletti hanno detto che è bello e ci sono tante cose belle!”. Poi arriva la domanda che la mamma non può più tenersi dentro: “Puoi chiedere ai tuoi Angioletti se ti fanno guarire?”. Davide tranquillo: “E gliel’ho detto, ma non so se lo possono fare”. I medici gli avevano dato pochi giorni di vita, ma il bambino ha un lieve miglioramento, così genitori e parenti pensano che possa riprendersi, anche con l’aiuto del Cielo.
In realtà quel periodo di vita terrena in più gli è dato per uno scopo preciso, che sarà evidente con il passare del tempo: testimoniare che la morte non è un salto nel buio. Gli Angeli continuano a fargli compagnia, ma si aggiungono anche la Madonna e poi Gesù dal 24 aprile, il giorno della Prima Comunione, che Davide ha desiderato ricevere. Sono con lui, gli siedono accanto, gli sorridono e lo sostengono: una Presenza reale, che lo sta preparando al mistero del trapasso verso la vita eterna, la Vita vera. I genitori tuttavia non si arrendono. Sperano sempre nella guarigione e insistono perché il figlio la chieda ai suoi amici celesti.
Ma il bambino ha lo sguardo rivolto in alto. Il giorno stesso della Prima Comunione papà Salvatore gli mostra i regali e le piccole somme di denaro ricevute e gli dice: “Vedi amore mio quanti soldini hai ricevuto? Devi dire ai tuoi Angioletti e alla Madonnina di farti guarire così li puoi spendere come vuoi!”. Davide tronca subito il discorso. “No papà. Loro mi stanno aspettando. Io devo andare”.
Pure Elisa non si dà per vinta. “Dato che ora Gesù ti sta sempre vicino, chiedi a Lui se ti può far passare tutto per stare con noi!”. Fanno fatica a capire che la loro richiesta, pur legittima, non può essere esaudita perché i disegni del Signore sono altri. Non è la vita terrena che vuole ridonare a Davide, ma un’altra vita, più luminosa. Dal 6 giugno, Corpus Domini, c’è un progressivo peggioramento. Davide sale al Cielo il 22 giugno 2021. Negli ultimi istanti chiede ripetutamente a chi è presente nella stanza di uscire. “Vuoi che rimanga solo io con te?”, lo implora Elisa. “No mamma, vai via pure tu! Sono arrivati gli Angioletti, ci sono tutti, c’è la Madonnina, c’è Gesù con me”.
Salvatore ed Elisa non erano praticanti. Pur educati alla fede, erano lontani da un’esperienza religiosa vissuta, al punto che dopo il battesimo non avevano dato una educazione cattolica a Davide, che infatti ignorava tutto del catechismo. Ma dopo gli straordinari suoi ultimi mesi di vita sono stati i primi la cui esistenza è totalmente cambiata. “Nelle parole certe di nostro figlio e nei suoi occhi pieni di luce, abbiamo visto che il Paradiso esiste. Davide non vedeva l’ora di andarci e ora ci attende là”.
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